Continuano le chiusure unilaterali dei conti correnti e i dinieghi di apertura di nuovi rapporti da parte degli istituti bancari nei confronti di varie categorie d’impresa considerate ad alto rischio di riciclaggio.
Antiriciclaggio e chiusure conti correnti: le imprese coinvolte
Le categorie maggiormente colpite da queste chiusure, che rappresentano una forma di “de-risking”, includono:
- Case d’asta
- Case da gioco
- Operatori in valute virtuali
- Fiduciarie
- Operatori in Oro, inclusi i compro oro
Secondo le normative, le banche devono eseguire controlli rafforzati sui soggetti a rischio prima di poter giustificare il rifiuto di aprire o mantenere un conto corrente. Tuttavia, molte banche ignorano queste disposizioni, agendo in contrasto con gli articoli 3 e 41 della Costituzione italiana e l’articolo 17 del D.lgs n° 231/07, che impongono verifiche approfondite prima di adottare misure restrittive.
L’Associazione Nazionale Tutela Il Comparto Oro (A.N.T.I.C.O.) ha intrapreso diverse azioni giudiziarie per affrontare queste problematiche. Grazie agli interventi legali promossi dall’associazione, molti tribunali hanno emesso ordinanze cautelari che sospendono l’efficacia dei recessi unilaterali da parte delle banche. Queste decisioni riconoscono l’abuso del diritto da parte degli istituti bancari, impedendo agli operatori del settore aurifero di svolgere la propria attività, che richiede un conto corrente dedicato.
Le recenti linee guida dell’EBA e le raccomandazioni introdotte dall’articolo 16-bis del D.lgs n° 231/07 dal D.L. Asset n° 104/2023, promosse da A.N.T.I.C.O., ribadiscono l’importanza di evitare chiusure preventive e generalizzate dei conti. Le banche devono garantire che le misure di mitigazione del rischio non impediscano l’accesso a servizi finanziari essenziali per categorie come le case da gioco, i cambiavalute, gli operatori in valute virtuali e le fiduciarie, considerati ad alto rischio di riciclaggio.
Verso un cambiamento di rotta
Le nuove disposizioni mirano a promuovere un’analisi più approfondita dei clienti da parte delle banche, distinguendo tra soggetti effettivamente a rischio e quelli che operano legittimamente. L’obiettivo è garantire l’erogazione di servizi finanziari essenziali, in linea con le direttive delle autorità comunitarie che puntano all’inclusione finanziaria. Le banche che non si adegueranno potrebbero affrontare conseguenze giudiziarie per una gestione inappropriata del “de-risking”.