La relazione annuale della Banca d’Italia presentata a Roma offre una dettagliata analisi dell’economia italiana e globale.
Nel 2023, l’economia globale ha continuato a crescere, seppure a un ritmo più lento a causa di politiche monetarie restrittive e tensioni geopolitiche. La crescita economica mondiale per il 2024 è stimata al 3%, inferiore alla media dei primi vent’anni di questo secolo. L’incertezza è accentuata dalle tensioni politiche e commerciali tra Stati Uniti e Cina e dai conflitti in diverse regioni.
In questo contesto, l’Italia ha mostrato segni di ripresa, registrando un incremento del PIL del 3,5% tra il 2019 e il 2023, superiore a Francia e Germania nello stesso periodo.
Economia italiana: una ripresa da consolidare
L’economia italiana ha beneficiato di un saldo commerciale positivo dopo lo shock energetico, diventando creditore netto per 155 miliardi di euro. Tuttavia, il paese deve affrontare una significativa sfida demografica: entro il 2040, si prevede che la popolazione in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni, potenzialmente riducendo il PIL del 13%.
Le banche italiane hanno avuto un anno favorevole nel 2023, con un rendimento del capitale superiore al 12%, grazie all’abbondante liquidità e al rialzo dei tassi ufficiali.
La visione di Panetta
Il Governatore Fabio Panetta ha evidenziato l’importanza di migliorare la produttività e di gestire il debito pubblico con attenzione. Ha richiamato l’attenzione sulla necessità di distinguere tra spesa pubblica produttiva e improduttiva per stimolare lo sviluppo economico. Secondo Panetta, ridurre il debito richiede non solo tagli alla spesa, ma anche una crescita economica sostenibile.
Panetta ha anche sottolineato l’importanza delle riforme della giustizia civile e della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. La piena attuazione degli investimenti e delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrebbe aumentare il PIL di oltre due punti percentuali nel breve termine, con effetti duraturi sulla crescita della produttività. Infine, ha lanciato un monito alla Banca Centrale Europea, sottolineando la necessità di evitare politiche che possano danneggiare ulteriormente l’economia europea, già in difficoltà.