Il Consiglio dei Ministri ha recentemente dato il via libera al DL Coesione, che include una misura innovativa destinata a rafforzare il tessuto produttivo delle piccole e medie imprese. Tra le varie disposizioni, spicca l’introduzione dei “Mini contratti di sviluppo“, proposti dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Questo nuovo strumento è dotato inizialmente di un budget di 300 milioni di euro, evidenziando l’importanza e l’urgenza di sostegno alle PMI nell’ambito del rilancio economico del paese, soprattutto nel Mezzogiorno.
Caratteristiche dei Mini Contratti di Sviluppo
Si presentano come un’opportunità per le imprese di tutte le dimensioni che prevedono investimenti produttivi tra i 5 e i 20 milioni di euro. Particolarmente focalizzati sulle tecnologie critiche elencate nel nuovo regolamento UE STEP, il programma mira a promuovere l’adozione di soluzioni avanzate nei settori delle tecnologie digitali, della “deep tech”, delle tecnologie verdi e delle biotecnologie.
Questi settori includono anche la produzione di medicinali critici e i loro componenti, riconosciuti nell’elenco UE, marcando un interesse strategico nell’innovazione e nella sostenibilità.
Al momento, il beneficio di questa misura è limitato alle Regioni del Mezzogiorno, una scelta che mira a bilanciare le disparità regionali in Italia e a stimolare la crescita in aree meno sviluppate. L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di politiche di incentivo che hanno già inclusi investimenti superiori ai 20 milioni di euro. Grazie anche al supporto delle misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si sta consolidando un percorso virtuoso per le filiere produttive italiane e per gli investimenti orientati alla transizione ecologica e digitale.
Uno strumento che rappresenta non solo un sostegno economico, ma anche un segnale di fiducia nell’innovazione e nella capacità delle PMI di guidare il cambiamento verso un futuro più verde e tecnologicamente avanzato.