Bonus bici nel Dl Rilancio, quali mezzi si possono comprare e come
Sono tanti i consumatori che, a partire dalle prime ore della Fase 2 (qui lo speciale QuiFinanza), si sono rivolti alle associazioni preposte per denunciare ingiustificati rincari su diversi servizi.
I rincari su caffè al bar e parrucchieri
Il Codacons, giorni fa, ha denunciato rincari sulla tazzina di caffè al bar, tradizione irrinunciabile per milioni di italiani. “Stiamo ricevendo decine di segnalazioni sugli incrementi dei listini”, ha segnalato l’Associazione, che ha sottolineato come molti esercenti abbiano “ritoccato al rialzo il prezzo di caffè e cappuccino: al centro di Milano, dove il prezzo medio di un espresso è 1,30 euro, si arriva fino a 2 euro (+53,8%). A Roma (1,10) fino a 1,5 euro (+36,3%). A Firenze (1,40) fino a 1,7 euro (+21,5%)”.
Altri rincari registrati, quelli sui listini dei parrucchieri: “in base ai costi medi nelle grandi città”, ha fatto sapere il Codacons, “il prezzo di un taglio passa da una media 20 a 25 euro (+25%), ma con punte che arrivano al +66%, dove secondo una segnalazione a Milano il taglio donna in un salone è passato da 15 a 25 euro”.
La “tassa Covid”
A peggiorare la situazione, è spuntata nelle scorse ore quella che è stata già ribattezzata come “tassa Covid”, un “extra” di 2-4 euro sullo scontrino addebitato ai clienti da alcuni parrucchieri, estetisti e persino di alcuni dentisti: un “balzello inserito in scontrino”, lo ha definito il Codacons, che ha annunciato una denuncia alla Guardia di Finanza e all’Antitrust, “imposto come contributo obbligatorio per sostenere le spese degli esercenti per sanificazione e messa in sicurezza dei locali”. Si tratta “una prassi scorretta che si sottrae forse anche da un punto di vista fiscale alla somma dovuta al consumatore”, ha chiarito Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Il punto sui rincari di bar, parrucchieri, estetisti
E a distanza di quasi una settimana dalle riaperture, il Centro Consumatori Italia, guidato da Rosario Trefiletti, mette ordine tra le tante segnalazioni e fa un punto sui rincari che stanno alleggerendo il portafoglio degli Italiani. Per quanto riguarda i bar, l’aumento dei prezzi sembra assestarsi per ora intorno a un 10% e concentrarsi nelle Regioni del Nord Italia.
Per quanto riguarda invece parrucchieri e centri estetici, il fenomeno sembra essere più uniformemente diffuso sul territorio, anche se non generalizzato, e più pesante dal punto di vista economico: la media dei rincari oscilla infatti tra il 25 e il 30%.
“Non c’è alcuna motivazione che giustifichi simili comportamenti”, ha chiarito Trefiletti, se non “il ritardo con cui si stanno realizzando le norme di agevolazione nei loro confronti esplicitate nei decreti governativi”. “Le autorità tengano ben presente che il potere di acquisto delle famiglie non brilla certamente a causa della situazione socio-economica del Paese”, ha aggiunto il presidente del Centro Consumatori Italia, “e che aumenti dei beni e dei servizi può portare solo una ulteriore contrazione del mercato ricadendo negativamente sulle stesse attività di impresa”.
Articolo originale di Quifinanza.it.