(BorsaeFinanza.it)
In un contesto di normalizzazione del settore del lusso, che sta assistendo a un rallentamento della domanda con l’intensificarsi delle pressioni macroeconomiche, si chiude un primo trimestre sostanzialmente in tenuta per Richemont. Il conglomerato svizzero ha archiviato la prima metà dell’esercizio con vendite in aumento del 6% a 10,2 miliardi di euro e con un utile netto salito a 1,5 miliardi rispetto alla precedente perdita di 766 milioni di euro. La crescita è stata guidata dall’Asia-Pacifico (+14%) in seguito alla riapertura della Cina e dalle maison di gioielleria, che includono Cartier, Van Cleef & Arpels e Buccellati, con vendite in miglioramento del 10% e un margine operativo del 35,5%. Prosegue anche la sovraperformance del retail, in crescita del 9%, che rappresenta il 69% delle vendite del gruppo con sede a Ginevra. Nei sei mesi, l’utile lordo ha messo a segno un incremento del 5% a 6,97 miliardi con un margine del 68,2%, l’utile operativo ha registrato una flessione del 2% attestandosi a 2,65 miliardi di euro con un margine operativo del 26%, mentre l’utile da attività continuative è risultato in aumento del 3% a 2,2 miliardi di euro.
«A tassi di cambio effettivi sono stati registrati aumenti delle vendite in quasi tutti i canali e le regioni, a eccezione delle Americhe, dove le vendite sono diminuite del 4%», ha precisato il chairman Johann Rupert. «Mentre la domanda di collezioni iconiche è rimasta stabile in tutte le nostre maison orologiere, quelle specializzate hanno registrato un calo delle vendite del 3% annuo, scendendo a 2 miliardi di euro. Questo risultato ha messo in ombra la crescita single-digit delle vendite nei negozi a gestione diretta, che rappresentano attualmente il 57% delle vendite delle nostre manifatture orologiere, e la continua sovraperformance di A. Lange & Söhne e Vacheron Constantin. Il risultato operativo, influenzato dalla forza del franco svizzero, è stato di 391 milioni di euro, con un margine operativo del 19,7%».
Il segmento fashion ha registrato un calo delle vendite dell’1% e una perdita operativa di 6 milioni di euro. «Il 28 luglio abbiamo firmato un accordo con Gianvito Rossi per l’acquisizione di una quota di controllo dell’omonimo e rinomato calzaturificio di lusso italiano, con cui rafforzeremo il nostro portafoglio di maison di moda e accessori. Il completamento della transazione è previsto per la prima metà dell’anno solare 2024», ha affermato Rupert, che ha poi evidenziato le sovraperformance retail di Alaïa, Delvaux e Peter Millar, assieme al successo delle collezioni in pelle di Montblanc, che hanno contribuito a generare un utile operativo di 25 milioni di euro. «Il periodo in esame è iniziato in modo sostenuto, al di là delle nostre aspettative. Tuttavia, la crescita si è attenuata nel secondo trimestre, quando le pressioni inflazionistiche, il rallentamento della crescita economica e le tensioni geopolitiche hanno iniziato a influenzare il sentimento dei clienti, aggravato da forti dati comparativi», ha concluso il numero uno di Richemont.
Azioni Richemont: quotazioni rimbalzano sul supporto in area 104 e puntano verso i 124 euro
Quotate sul mercato SIX Swiss Exchange, le azioni Richemont sembrano essere impostate al rialzo nel breve termine, anche grazie alla performance positiva registrata nella seduta di ieri (+1,38%). Dopo un’apertura in linea con la chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito
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