(BorsaeFinanza.it) Vai al contenuto
Cerca
Cerca
Close this search box.
Dal mondo dell’architettura a quello del calcio: è il curioso percorso di Carmelo Salerno, prima presidente del Modena e poi patron e amministratore delegato della Reggiana risorta dalle ceneri del fallimento. L’uomo del derby del Secchia, lo chiamano in città. D’altronde a Modena continua a vivere e lavorare con la sua azienda, mentre a Reggio è diventato il numero uno dello storico club granata che negli anni Novanta ha fatto la storia del fùtbal di provincia. Ma chi è Salerno e com’è arrivato al vertice della Regia?
Chi è Carmelo Salerno e da dove viene il suo patrimonio
Classe 1971, calabrese originario di Montegiordano in provincia di Cosenza, Carmelo Salerno ha costruito il suo patrimonio grazie al lavoro di Safim S.r.l., una delle migliori imprese nel ramo edile tra Modena e Carpi. Nata nel 2007, l’azienda conta 200 dipendenti e si occupa nello specifico di progettazione, costruzione e design di interni. Salerno coordina il gruppo di lavoro con gli architetti Mariangela Tripicchio, Giuseppe Russo e Roberta Papalia.
Guidata dall’idea di creare spazi “dove la funzione, l’estetica e lo stile siano un tutt’uno, in grado di esaltare la purezza e l’eleganza compositiva senza per questo rinunciare ad un perfetto confort abitativo”, Safim è una società in continua crescita. Oggi il suo fatturato supera i 71 milioni di euro e l’esperienza accumulata nel corso degli anni rappresenta una base solida e diversificata su cui innestare uno sviluppo ulteriore per il futuro.
Da quanto tempo gravita nel calcio
La Reggiana non è la prima esperienza nel calcio per mister Safim. L’architetto è nel pallone dal 2017, quando diventa presidente del Modena in piena rinascita della società post-fallimento. L’avventura con i canarini non dura molto: dopo il riassetto societario del 2019, Salerno cede a titolo gratuito il suo 25% azionario a Romano Sghedoni, prima del passaggio definitivo di quest’ultimo a Carlo Rivetti.
Nel 2020 la società smette di essere la Reggio Audace e riassume la denominazione storica di AC Reggiana 1919 per la stagione 2020-2021 di Serie B. Salerno ne diventa presidente dal dicembre 2020, insediandosi ufficialmente per la partita del 12 dicembre, vinta 0-1 proprio in casa del Cosenza. In un’intervista al Resto del Carlino, il numero uno granata racconta la sua filosofia e cosa significa per un modenese occupare questa carica.
C’è chi fa calcio per farsi pubblicità. Io sono l’unico che si fa pubblicità al contrario: tutto quello che di buono faccio a Reggio da un punto di vista sportivo mi viene contestato a Modena, dove lavoro. Io lo faccio per passione, spero di averlo dimostrato.
Quanto ha investito nella Reggiana
Salerno diventa presidente della Reggiana nel dicembre 2020, arrivando al 30% del pacchetto azionario rilevato da Luca Quintavalli, l’imprenditore a capo della cordata che ha riportato i granata in B dopo ben 21 anni. La sua ascesa è favorita dallo storico patron Romano Amadei, che conserva la maggioranza con la sua Immergas ma apre a Salerno per favorire una maggiore stabilità. Le altre quote sono di Giuseppe Fico, Eugenio Imbergamo e Vittorio Cattani. L’idea di un calcio sostenibile è alla base del progetto: tenere i conti in ordine per programmare e ottenere risultati sportivi.
Il monte ingaggi di calciatori, dirigenti e staff tecnico della Reggiana supera di poco i 5 milioni di euro. I ricavi derivano principalmente da diritti televisivi, sponsorizzazioni, mercato e botteghino. Le perdite in bilancio sono sempre state ripagate dai soci. Pesa il condizionamento delle partite casalinghe: attualmente la squadra gioca al Mapei Stadium – Città del Tricolore, di proprietà della Mapei e quindi del Sassuolo. L’obiettivo di Salerno è investire per riportare la Reggiana nel suo tempio: il Mirabello, il glorioso impianto di via Matteotti. È in corso un progetto di riqualificazione che si unisce a quello completato per le strutture del quartier generale di via Agosti, la
© Borsa e Finanza