(BorsaeFinanza.it) Vai al contenuto
Cerca
Cerca
Close this search box.
I rendimenti dei titoli di Stato USA sono saliti al 4,70% questa settimana. Per trovare un livello così alto bisogna fare un salto indietro di 16 anni, quando stava per scoppiare la più grande crisi finanziaria del secolo. Gli investitori ormai sono rassegnati al fatto che i tassi d’interesse negli Stati Uniti rimarranno alti per più tempo di quello che si aspettavano solo fino a poco settimane fa. Questa certezza è stata data dalla Federal Reserve, che nell’ultima riunione del 19-20 settembre non ha lasciato scampo alle speranze del mercato, annunciando appena due tagli dei tassi nel 2024. I trader dei futures scommettevano prima che la Fed avrebbe ridotto il costo del denaro in almeno quattro o cinque occasioni entro la fine del 2024. Ora, invece, pensano che i tassi di riferimento saranno al 4,7% entro il termine del prossimo anno, il che implica due o massimo tre tagli.
Tutto ciò è corroborato dal fatto che l’economia americana continua il suo straordinario stato di forma, in rapporto a tutte le strette attuate dalla Banca centrale da marzo 2022 a oggi per contrastare un’inflazione estremamente aggressiva. Ne consegue, che la Fed avrà meno remore a mantenere una posizione da falco, dal momento che i danni all’economia sarebbero contenuti. “Il mercato sta prendendo ogni pubblicazione di dati robusti come un’indicazione che l’atterraggio non sarà così difficile come inizialmente pensato”, ha dichiarato Gennadiy Goldberg, responsabile della strategia sui tassi statunitensi di TD Securities.
Un contributo all’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato USA è stato fornito in queste settimane anche dalle tensioni su un possibile shutdown negli Stati Uniti, con la sospensione delle attività non essenziali del governo. Eventualità questa che è stata scongiurata nel week-end, allorché il Congresso ha trovato un accordo per un finanziamento tampone sui piani di spesa fino al 17 novembre.
Titoli di Stato USA: le opinioni degli strateghi di Wall Street
I movimenti nel mercato dei Treasury stanno avvenendo in un contesto in cui il governo degli Stati Uniti emette più debito e mentre gli acquirenti stranieri si stanno allontanando. Il dipartimento del Tesoro ad agosto ha incrementato le dimensioni dei suoi piani di prestito trimestrali per la prima volta in due anni e mezzo, programmando un’emissione di circa 1.000 miliardi di dollari nel trimestre.
“La preoccupazione è che l’escalation del deficit del bilancio federale creerà più offerta di obbligazioni di quanto la domanda possa soddisfare, richiedendo rendimenti più elevati per liberare il mercato”, ha scritto Edward Yardeni, presidente di Yardeni Research Inc., in una nota di oggi. L’esperto aggiunge che i rendimenti obbligazionari potrebbero presto allarmare i funzionari della Fed.
A giudizio degli strateghi di JPMorgan Chase, il balzo dei rendimenti guidato dal driver shutdown è stato eccessivo, deviando dai fondamentali. “I fattori non giustificano l’entità dei movimenti odierni, a nostro avviso, e i Treasury intermedi continuano a divergere dai loro driver fondamentali”, hanno scritto in una nota questa settimana.
© Borsa e Finanza