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La crisi immobiliare potrebbe mettere in difficoltà le banche cinesi, secondo JP Morgan. Gli analisti della più grande banca d’affari del mondo sostengono che gli utili degli istituti di credito potrebbero crollare fino a 10% nel 2024, per via delle aziende immobiliari che diventano sempre più inadempienti facendo salire i crediti in sofferenza.
Nello scenario base di JP Morgan, i crediti deteriorati che si riferiscono agli sviluppatori immobiliari dovrebbero passare dal 4,5% dei primi sei mesi del 2023 al 7,5%. Questa cifra “salirebbe al 13% se tutti i costruttori privati e gli sviluppatori statali di bassa qualità dovessero andare in difficoltà. A quel punto i guadagni delle banche cinesi scenderebbero del 10%”, hanno scritto gli esperti in una nota.
Banche cinesi: ecco chi è più a rischio per JP Morgan
Le banche cinesi stanno attraversando una situazione molto particolare, con il settore sotto pressione a causa dei tagli ai tassi d’interesse attuati dalla People’s Bank of China per sostenere un’economia che nel 2023 stenta a decollare dopo le chiusure Covid dello scorso anno. Le manovre della autorità monetarie di Pechino si pongono come obiettivo di estendere i prestiti delle aziende di credito per far circolare più denaro nell’economia e questo per le banche è positivo perché stimola l’attività di finanziamento. Tuttavia, ha come contropartita negativa la riduzione della redditività netta da interessi, che rappresenta il core business per gli istituti bancari.
La salute finanziaria delle banche cinesi è messa però a repentaglio in questo periodo dai problemi di liquidità degli sviluppatori immobiliari, soprattutto perché i progressi relativi alla ristrutturazione del debito sono molto lenti. La questione è che non sono poche le banche esposte dal punto di vista creditizio al settore immobiliare e ciò potrebbe comportare un effetto domino che si estende a tutto il sistema finanziario.
Secondo gli analisti di JP Morgan, le banche cinesi più a rischio proprio in termini di esposizione sono Ping An Bank Co. e China Minsheng Banking Corp., che “potrebbero vedere una maggiore pressione sui loro guadagni”. Viceversa, tra gli istituti di credito meno vulnerabili figurerebbero China Merchants Bank Co., Industrial & Commercial Bank of China Ltd. e China Construction Bank Corp., afferma la nota della big bank americana.
Le preoccupazioni sul sistema bancario comunque si sono riflesse in Borsa, con l’indice CSI 300 Bank precipitato del 10% dai massimi di maggio. Attualmente, con un prezzo di 3.689,52 punti, l’indice scambia ad appena 0,54 volte il valore contabile, al di sotto della media globale.
Evergrande sospesa in Borsa
A suffragare l’analisi di JP Morgan è arrivata questa mattina la notizia che le azioni del gigante immobiliare cinese Evergrande sono state sospese alla Borsa di Hong Kong. Nell’ultima seduta di mercoledì il titolo ha perso il 19%, portando all’81% il passivo da quando è stato riammesso alle negoziazioni a fine agosto dopo una sospensione di 17 mesi. La ragione del nuovo “lockdown” stabilito dal regolatore finanziario cinese sta nella messa sotto sorveglianza da parte della polizia del presidente del gruppo Hui Ka Yan.
Questo si aggiunge alla serie di guai finanziari dello sviluppatore con sede a Shenzhen, travolto da oltre 300 miliardi di dollari di debiti e in grossa difficoltà
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