(QuiFinanza.it) Il 2 ottobre 2023 è il termine ultimo per accedere al ravvedimento speciale. La scadenza, almeno in linea teorica, sarebbe stata il 30 settembre 2023: cadendo di sabato, ha fatto sì che il tutto slittasse di alcuni giorni.
Dato l’avvicinarsi di questa importante scadenza è opportuno riepilogare in maniera sintetica le regole per poter accedere al ravvedimento speciale, appoggiandosi, tra le altre cose, alle indicazioni che vi sono state fornite dall’Agenzia delle Entrate attraverso la risoluzione n. 6/E/2023 e le circolari n. 2/E/2023 e n. 6/E/2023.
Il ravvedimento speciale: le scadenze previste
Il ravvedimento speciale è stato introdotto dal nostro legislatore per permettere ai contribuenti di regolarizzare i tributi amministrati direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Le posizioni, che possono essere definitivamente messe a posto, sono quelle relative alle dichiarazioni dei redditi, che sono state regolarmente presentate fino ai periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2021.
Per sanare la propria posizione, i diretti interessati devono mettere in conto il pagamento di 1/18 del minimo edittale delle sanzioni irrogabili, così come è previsto dalla legge. È necessario, inoltre, provvedere al pagamento dell’imposta non versata a suo tempo e gli interessi dovuti.
Le somme che devono essere versate a seguito del ravvedimento speciale possono essere saldate anche con dei crediti (qualora il contribuente ne abbia a suo attivo), attraverso l’istituto della compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del D. Lgs n. 241/1997. Per i versamenti è necessario utilizzare il Modello F24.
Le date entro cui fare i pagamenti
Come abbiamo visto la prima rata del ravvedimento speciale deve essere saldata entro sabato 30 settembre 2023. Dato che cade di un giorno festivo, la scadenza slitta al 2 ottobre 2023. Le successive date sono le seguenti:
- 31 ottobre 2023;
- 30 novembre 2023;
- 20 dicembre 2023;
- 31 marzo 2024;
- 30 giugno 2024;
- 30 settembre 2024;
- 20 dicembre 2024.
Cosa non può essere regolarizzato
Attraverso il ravvedimento speciale non possono essere regolarizzati i redditi che derivano dalle attività finanziarie e patrimoniali che siano state ostituite o detenute al di fuori del territorio italiano. Entrando un po’ più nel dettaglio, è possiible sottolienare che
- risultano essere escluse dalla regolarizzazione le eventuali violazioni degli obblighi di monitoraggio fiscale, così come previsto dall’articolo 4 del Decreto Legge n. 167
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