(BorsaeFinanza.it)
Il grande economista Nouriel Roubini non usa mezzi termini: la BCE e la BoE devono continuare ad aumentare i tassi d’interesse per scongiurare la stagflazione. In un’intervista di oggi alla carta stampata, il guru della finanza noto per le sue previsioni particolarmente pessimistiche sull’economia e sui mercati finanziari ha avvertito che “qualsiasi discorso di politica monetaria accomodante oggi è prematuro”.
A suo avviso, le due Banche centrali del Vecchio continente dovranno affrontare una situazione ben più impegnativa rispetto alla Federal Reserve, in quanto i prezzi in Europa stanno ancora crescendo con grande rapidità e le quotazioni del petrolio manterranno l’inflazione complessiva alta. “Si trovano in un bel dilemma, perché da un lato l’attività economica in contrazione porterebbe a fermarsi con i tassi. Dall’altro, se l’inflazione rimanesse molto più alta dell’obiettivo potrebbe essere necessario un aumento più forte”.
BoE e BCE: per Roubini rischio di instabilità finanziaria
In particolare Roubini punta la lente sulla BoE che giovedì 21 settembre si riunirà decidere sulla politica monetaria. Gli analisti si aspettano una stretta di un quarto di punto dal 5,25% attuale, ma il professore di economia e affari internazionali presso la Stern School of Business della New York University ritiene che l’istituto monetario britannico dovrebbe aumentare i tassi fino al 5,75%. “Gli ultimi segnali accomodanti della BoE sono un problema, in quanto i funzionari dicono di non essere sicuri di voler fare altri interventi sui tassi”. Tuttavia, senza ulteriori aumenti, “potrebbe esserci un disancoraggio dell’inflazione e una stagflazione” ha sottolineato.
L’istituto guidato da Andrew Bailey ha effettuato alcune modifiche nel suo approccio alla politica monetaria da quando l’economia ha dato palesi segnali di rallentamento, con la produzione che a luglio è diminuita e la disoccupazione che si è incrementata. I funzionari della BoE ora parlano di tassi che rimarranno alti più a lungo rispetto a quanto previsto ma non spingono per ulteriori aumenti per contenere un’inflazione che al livello attuale (6,8%) è più del triplo dell’obiettivo di lungo termine al 2%.
Roubini avverte del rischio di instabilità finanziaria in uno scenario in cui i tassi comunque resteranno alti: “Ci sono rischi di instabilità finanziaria. Avete visto quello che è successo nel Regno Unito circa un anno fa, avete visto quello che è successo nella primavera di quest’anno con le tensioni nel sistema finanziario. Non penso che siamo fuori dai guai perché i tassi devono rimanere più alti più a lungo. La possibilità di un certo grado di instabilità finanziaria è ancora con noi”.
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