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La penetrazione delle auto elettriche cinesi in Europa è in crescita e secondo le stime della Commissione europea potrebbe arrivare al 15% nel 2025. Ecco perché a Bruxelles vogliono vederci chiaro e verificare se gli ev prodotti in Cina ricevano sovvenzioni di Stato. Una mossa che Pechino definisce protezionista. L’approfondimento della Weekly Note di Vontobel (QUI per iscriversi gratuitamente).
La Commissione europea ha avviato un’indagine per stabilire se imporre dazi punitivi per proteggere i produttori europei dalle importazioni di auto elettriche cinesi. La Commissione avrà fino a 13 mesi di tempo per valutare se i prezzi molto concorrenziali dei produttori cinesi siano legati ad aiuti di Stato. Nell’ultimo triennio la crescita delle auto elettriche cinesi è stata significativa in Europa. Secondo Inovev, società di consulenza automobilistica, l’8% dei veicoli EV venduti nel 2023 in Europa è stato prodotto da brand cinesi. Nel 2022 la quota era al 6%, nel 2021 al 4%. Secondo stime della Commissione Europea, la quota potrebbe raggiungere il 15% nel 2025.
La crescita è legata sia all’ingresso in Europa di player puramente asiatici sia di storici marchi del Vecchio continente rilevati da società cinesi. È il caso di MG e Volvo, rispettivamente di SAIC e Geely Holding Group. I produttori cinesi di veicoli elettrici, da BYD a Xpeng e NIO, stanno intensificando gli sforzi per espandersi nei mercati esteri vista la debole domanda interna. Secondo la China Passenger Car Association (CPCA), le esportazioni cinesi di autovetture sono aumentate del 63% in luglio e del 31% in agosto.
Per la Cina la scelta dell’Ue rappresenta un atto di “nudo protezionismo” e potrà avere “un impatto negativo sulle relazioni economiche e commerciali”. Se la vicenda rappresenta sicuramente un elemento di nervosismo per le società cinesi, la posizione di Pechino potrebbe pesare anche sulle prospettive commerciali delle case automobilistiche europee. In caso di trade war e dazi imposti anche dalla Cina, realtà come Volkswagen subirebbero impatti rilevanti visto che il mercato cinese rappresenta il 40% delle vendite totali del gruppo.
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Redazione
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