(BorsaeFinanza.it) Da metà luglio il dollaro USA ha inanellato una serie di rialzi settimanali contro un paniere selezionato di valute. Il dollar index (leggi qui cos’è il dollar index e da che valute è composto il paniere) è salito per sei settimane consecutive guadagnando il 4,4%. Il rally della valuta statunitense è visibile anche nel confronto con le altre principali valute. Il cambio eur/usd è passato da 1,128 di metà luglio a 1,077, minimo toccato nel corso della presente ottava. Il cable gbp/usd è arretrato da 1,3142 a 1,2561. L’usd/jpy è salito da 137,315 a 146,525.
A spingere il dollaro USA sono stati i dati economici che mostrano una tenuta dell’economia americana a fronte di maggiori difficoltà in Europa e Regno Unito, confermate oggi dalla stagnazione del PIL tedesco nel secondo trimestre dell’anno. Contro lo yen, invece prevale il posizionamento agli antipodi delle due Banche centrali. Mentre la Fed si avvia alla conclusione del ciclo di rialzi dei tassi la Bank of Japan ha finora confermato i tassi in negativo, unica tra le grandi.
Lo scenario è destinato a cambiare e potrebbe farlo già nelle prossime settimane secondo Mark Haefele, direttore degli investimenti di UBS Global Wealth Management, che spiega quali sono i fattori che metteranno fine al rally della valuta USA.
L’andamento del dollar index, candele daily – Fonte: Bloomberg
Da Jackson Hole una spinta temporanea per il dollaro USA
Il discorso appena pronunciato da Jerome Powell a Jackson Hole, dove è in corso il simposio organizzato dalla Fed di Kansas City, ha spinto al rialzo il biglietto verde. Powell ha confermato che saranno i dati economici a guidare le prossime mosse della Banca centrale americana e che ulteriori rialzi dei tassi
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