(Money.it) Crollano le banche a Piazza Affari: Intesa segna un calo del 7,40%, BPER Banca dell’8,20%, Banco BPM del 6,80% e Unicredit del 5,80%.
L’approvazione da parte del governo della tassa del 40% sugli extra-profitti ottenuti dalle banche nell’anno 2023 segna una svolta significativa nel contesto economico e finanziario del Paese.
Questa misura, deliberata nella tarda serata di ieri, ha l’obiettivo di destinare i proventi all’assistenza delle famiglie nel pagamento dei mutui e a una riduzione degli oneri fiscali.
Questo annuncio sta già generando un ampio dibattito sulle sue implicazioni per il settore bancario e l’economia nel suo complesso.
Cos’è la tassa sugli extra-profitti (windfall tax)
La tassa sugli extra-profitti (windfall tax) è un’imposta una tantum che riguarda aziende con guadagni eccezionali in situazioni straordinarie. Non è la prima volta che i governi la adottano per incrementare le entrate statali in uno specifico anno, aumentando retroattivamente le tasse per le imprese o settori con profitti inaspettati e imprevedibili.
Il comunicato ufficiale del decreto non è stato ancora diffuso pubblicamente; tuttavia, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, la nuova imposta colpirà al 40% la differenza degli interessi «tra l’esercizio 2021 e 2022 eccedente il 3%», nonché l’eccedenza del 6% maturata tra il 2021 e il 2023. L’imposta avrà un limite massimo pari al 25% del patrimonio netto della banca al termine del bilancio 2022, con scadenza di pagamento entro il 30 giugno 2024, ossia meno di un anno dalla sua introduzione.
Secondo le stime, il governo prevede un introito tra 2 e 3 miliardi di euro da questa tassa. Tuttavia, l’uso previsto di tali fondi non è ancora chiaro: durante una conferenza stampa, Salvini è stato ambiguo in merito. Una possibile destinazione potrebbe essere l’assistenza a coloro che affrontano difficoltà nel pagare le rate dei mutui a tasso variabile a causa dell’incremento dei tassi di inte
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