(Money.it) Alle 10:25 del 2 agosto 1980 la stazione di Bologna fu scossa da una forte esplosione. L’orario della strage di Bologna resta nell’immaginario collettivo, anche dopo 43 anni, per una delle immagini più iconiche dell’evento: l’orologio della stazione che segna l’ora dell’esplosione.
Dopo tanti anni si fa ancora difficoltà a definire la “matrice” dela strage di Bologna. Non perché non si conosca, ma perché è una vergogna per una parte dell’Italia. Eppure la strage di Bologna non è stato solo un atto terroristico, come lo ha definito la premier Giorgia Meloni. La strage di Bologna, se va spiegata davvero, va definita come una strage fascista. Lo ribadisce con forza il messaggio del capo dello Stato Sergio Mattarella che dice: “La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venuti alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”.
È da questa definizione che si può iniziare a raccontare che cosa fu la strage di Bologna e cosa ha rappresentato per l’Italia del 1980.
La strage di Bologna e gli anni di piombo
Gli anni di piombo in Italia sono un periodo storico compreso tra il 1960 e l’inizio del 1980 e in questo lungo periodo, ricordato anche per la strategia della tensione, ci sono susseguiti eventi politici, sociali ed economici, oltre che diverse e tragiche stragi. Nella lista delle stragi neofasciste si ricorda la strage di piazza Fontana a Milano (1969), la strage di Peteano, la strage di Gioia Tauro nel 1970, la strage della questura di Milano nel 1973, la strage di piazza della Loggia, dell’Italicus e infine, non per importanza purtroppo, la prima strage per numero di morti e feriti ovvero la strage della stazione di Bologna il 2 agosto 1980.
Gli accadimenti sono piuttosto noti: alle 10:25 del 2 agosto 1980 un ordigno potente è esploso nella sala d’attesa della seconda classe della stazione di Bologna. L’esplosione provocò la morte di 85 persone e il ferimento di almeno 200. Ancora oggi l’orologio della stazione, rimasto bloccato per la detonazione, segna l’ora più nera.
Le condanne per la strage di Bologna: chi furono i colpevoli e i mandanti
Subito dopo l’esplosione, così come nei mesi successivi, furono molte le rivendicazioni e le smentite. Ci furono diverse telefonate per reclamare la paternità dell’attentato, ma la pista fin da subito seguita fu quella del terrorismo nero, ovvero di matrice neofascista. I responsabili della strage di Bologna furono quindi cercati tra le file dell’estrema destra, in particolar modo dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), un gruppo neofascista tra cui spiccavano Giuseppe Fioravanti e Francesca Mambro.
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