(BorsaeFinanza.it) Nel 2023 l’indice Nikkei 225, riferimento per la Borsa del Giappone, ha guadagnato il 25%. Gran parte del rally è stato messo a segno a partire dal mese di marzo. In diverse occasioni il benchmark della Borsa del Sol Levante ha rinnovato i massimi degli ultimi 33 anni, ossia del 1990. E lì, dopo lo scoppio della bolla asiatica di cui il Giappone fu uno dei principali protagonisti, che si trovano le radici dei “decenni perduti” tra bassa crescita e deflazione.
Oggi il Giappone è ritornato sulla scena con credenziali ben diverse e ha attratto l’attenzione degli investitori, non solo perché la Bank of Japan è l’unica ad avere ancora i tassi sotto zero (-0,1%). “Dai primi giorni del 2023, una delle economie che hanno dato le maggiori sorprese in positivo è stata quella giapponese, che nel primo trimestre ha fatto registrare una crescita del PIL del 2,7%. Si tratta di un risultato straordinario per un mercato sviluppato che negli ultimi anni raramente è arrivato a superare l’1% e solo grazie alla domanda proveniente da paesi esteri” è il commento di Jean-Francois Chambon, gestore azionario Giappone di Ofi Invest AM.
I fattori che guidano il ritorno del Giappone
Il ruolo della Bank of Japan, che anche nella riunione di venerdì dovrebbe mantenere i tassi in territorio negativo, è stato sicuramente importante. Indebolendo lo yen ha favorito le esportazioni e ha attratto l’interesse degli investitori esteri. Ma non si tratta solo di questo.
Chambon sottolinea che la domanda dall’estero non è stata così forte come in passato, viste le difficoltà della Cina e il rallentamento in Europa e negli USA. A sostenere il Giappone sono stati ben più solidi fattori interni quali i consumi dei cittadini e gli investimenti delle imprese.
E se i primi sono stati spinti dai risparmi
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