(Money.it) Italia bocciata per i salari reali e allerta globale per l’erosione delle buste paga a causa dell’inflazione: questo il sintetico quadro emerso dall’OCSE Employment Outlook 2023.
Pur in un contesto di piena ripresa occupazionale dalla crisi pandemica, con “la disoccupazione al livello più basso dall’inizio degli anni ’70” considerando i Paesi del blocco, i campanelli di allarme risuonano ancora.
Il motivo è sostanzialmente uno: le retribuzioni orarie reali sono diminuite in molti settori e nei Paesi OCSE e il costo della vita è aumentato, afferma il report. Nel primo trimestre del 2023, nonostante la ripresa dei salari nominali, la crescita annua di quelli reali è stata negativa in 30 dei 34 Stati con dati disponibili, con un calo medio del 3,8%.
E in questo ambito, l’Italia spicca per la performance negativa: è la nazione che ha registrato la più forte diminuzione dei salari reali tra le principali economie del blocco.
L’OCSE lancia l’allarme salari reali: Italia tra i Paesi peggiori
Il quadro riassuntivo sulle retribuzioni in Italia offerto da OCSE non è rincuorante per il nostro Paese e sottolinea una criticità del nostro mercato del lavoro che è proprio quella dei salari. La relazione evidenzia che:
“L’Italia è il paese che ha registrato il maggior calo dei salari reali tra le maggiori economie OCSE. Alla fine del 2022, i salari reali erano inferiori del 7,5% rispetto a poco prima della pandemia. Si prevede che i salari nominali in Italia aumenteranno del 3,7% nel 2023, prima di moderarsi al 3,5% nel 2024, mentre l’inflazione dovrebbe attestarsi al 6,4% nel 2023 e al 3% nel 2024. I salari negoziati sono diminuiti in termini reali di oltre il 6% nel 2022. Il calo è particolarmente significativo data l’altissima copertura della contrattazione collettiva nel Paese”
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