(BorsaeFinanza.it) Gli italiani sono un popolo di proprietari di case: stando ai dati emersi dal Rapporto Gli italiani e la casa di Federproprietà-Censis, il 70,8% delle famiglie è proprietario dell’abitazione in cui vive e il 28% di queste ultime detiene altri immobili. Una fetta importante di italiani è quindi alle prese con il pagamento dell’IMU, l’imposta municipale unica che ha ormai sostituito l’ICI (l’imposta comunale sugli immobili) e che obbliga i proprietari di immobili, aree fabbricabili e terreni agricoli a versare la quota annuale al Comune di appartenenza. Ma chi è tenuto a saldare questa imposta?
Chi paga l’IMU
Dal 2011 (anno in cui è stata istituita dal governo Monti) fino ad oggi, l’IMU è stata sottoposta a numerose modifiche. Il 16 giugno è la scadenza della prima rata per il 2023, ma non tutti i proprietari di un immobile sono tenuti a effettuare i versamenti. Sulla prima casa (considerata l’abitazione principale o la dimora abituale del contribuente) non si pagano le imposte, a meno che non subentrino determinati fattori. Bisogna pagare l’IMU sulla prima casa solo nel caso in cui si tratti di immobili di lusso.
Devono quindi versare l’imposta municipale i contribuenti che sono proprietari di:
- abitazioni principali signorili (cioè solo quelle accatastate nelle categorie “di lusso” A/1, A/8 e A/9: case signorili, ville e castelli);
- fabbricati diversi dall’abitazione principale (dove si è stabilita la residenza anagrafica e la dimora fisica);
- aree fabbricabili;
- terreni agricoli.
Nel caso degli immobili di lusso, è obbligato al pagamento il coniuge assegnatario della casa coniugale a seguito di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. Inoltre, devono pagare anche i titolari di diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie, i locatari di immobili (anche da costruire o in corso di costruzione) concessi in locazione finanziaria e i concessionari di aree demaniali. Se si possiede un immobile ma la residenza è indicata in un’altra abitazione, bisogna comunque pagare l’IMU, a meno che l’abitazione principale non sia temporaneamente inagibile perché sottoposta per un determinato periodo di tempo (massimo 18 mesi) a lavori di ristrutturazione. Anche chi dà in affitto la prima casa deve versare l’imposta.
L’IMU va pagata con le aliquote decise dal Comune di appartenenza e secondo i codici tributo prestabiliti. Per sapere qual è la propria aliquota di riferimento e calcolare l’importo da pagare, è possibile rivolgersi a CAF e patronati. Se ci sono variazioni rilevanti ai fini del calcolo, come un leasing, un atto di concession
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