(Money.it) Tutti sono a conoscenza del fatto che nello Stato italiano esistono degli istituti penitenziari dedicati ai minorenni, i cosiddetti “carceri minorili”, conosciuti per lo più per le iniziative di beneficenza rivolte loro e le trasposizioni cinematografiche, più o meno verosimili, trasmesse sugli schermi. Eppure, con la crescente incidenza della criminalità minorile e la questione delle cosiddette “baby gang” affrontata dal governo, il sentire comune lascia intendere quasi che i minorenni restino impuniti per i loro reati. Eppure, un minorenne può andare in carcere, sebbene con una larga probabilità di accedere a misure alternative e in ogni caso a diverse condizioni.
Un minorenne può andare in carcere?
Ci si riferisce con minorenne alla persona che non ha ancora compiuto 18 anni, ma questo rende difficile rispondere in modo univoco al quesito sul carcere. Nell’ordinamento penale italiano, infatti, sono ben due le soglie di età da tenere a mente.
In particolare, soltanto a 14 anni si acquisisce la responsabilità penale e si diventa imputabili. Sostanzialmente, questo significa che i minori di 14 anni non possono andare in carcere ed essere sottoposti a una pena, sia che si tratti di reclusione, arresto o multa. Dai 14 anni in poi, invece, si acquisisce la responsabilità penalmente rilevante; quindi, a partire da questa soglia i minorenni possono essere imputabili e andare in carcere.
Ma allora da cosa deriva la convinzione comune sull’impunibilità dei minorenni? Non si tratta di una credenza del tutto infondata, ma deriva dall’applicazio
© Money.it