(Money.it) È polemica sul nuova riforma della giustizia firmata dal ministro Nordio. La riforma smantella il sistema di controlli anti-corruzione, depenalizzando il traffico di influenze e cancella il reato d’abuso d’ufficio. Tra il ministro Carlo Nordio e l’Associazione nazionale magistrati si registra un botta e risposta teso. Il ministro della Giustizia ha definito l’intervento del sindacato dei magistrati come un’interferenza, mentre i magistrati e l’Anm hanno chiarito che è loro dovere prendere la parola per arricchire il dibattito.
La riforma della giustizia, detta anche riforma Nordio, prevede il divieto di pubblicazione delle intercettazioni, la consegna dell’avviso di garanzia in modo riservato almeno 5 giorni prima dell’invito a comparire, la modifica della misura della custodia cautelare e la possibilità di appello per il pubblico ministero solo nel caso di reati gravi. Si aggiungono anche i discussi passaggi dell’abrogazione del reato di abuso di ufficio, introdotto nel 2021 e che ha prodotto solo 18 condanne (3.536 casi archiviati su 3.938 fascicoli aperti nel 2022) e la modifica del reato di traffico di influenze.
Sulla riforma Nordio il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che Silvio Berlusconi ne sarebbe soddisfatto. Perché? Si tratta di un disegno di legge che porta avanti tutte le battaglie storiche del defunto cavaliere. Il disegno di legge Nordio potrebbe subire delle variazioni, ma in linea di massima sono 6 i punti che tocca la riforma della Giustizia. Tra questi il reato di abuso di ufficio, cancellato per velocizzare la macchina burocratica e la modifica del r
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