(BorsaeFinanza.it) A Tavullia, in provincia di Pesaro e Urbino, ha fatto discutere il caso di una coppia accusata di aver truffato un’anziana di 84 anni presentando una busta paga falsa (e degli assegni scoperti) a garanzia dell’affitto di una casa. Il Tribunale ha finito per assolvere lui e mandare a processo lei perché unica titolare di tutti i rapporti contrattuali. D’altronde, la busta paga falsa è uno dei metodi più usati per accaparrarsi una locazione, ottenere un prestito in banca oppure un posto di lavoro. Ma i rischi legali sono parecchi e pure le sanzioni.
Busta paga falsa, cosa si rischia: le sanzioni
Presentare una busta paga falsa al proprietario di un immobile, in banca o a un datore di lavoro è un reato: equivale a falsificare un documento. Chi lo fa può essere denunciato e rischia di affrontare una causa in tribunale. L’accusa in situazioni del genere è di truffa e false dichiarazioni. “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032”, chiarisce l’articolo 640 del codice penale.
La pena è aggravata (da uno a cinque anni e da 309 a 1.549 euro) se la truffa è ai danni dello Stato o di un altro ente pubblico oppure se il fatto “è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell’autorità”. Il dolo è generico, cioè l’azione malevola è considerato volontaria e consapevole con l’obiettivo di indurre in errore una persona.
Per incappare nell’accusa di truffa e false dichiarazioni, non basta semplicemente mentire affermando di avere una busta paga: la frode si configura soltanto nel momento in cui si produce e presenta un documento falso, alterando la realtà e p
© Borsa e Finanza