(BorsaeFinanza.it) Gli e-sports sono cresciuti negli ultimi anni in Italia, anche e soprattutto per la grande diffusione che ha avuto il settore dei videogames. Durante il periodo pandemico del Covid-19 vi è stata una fase di appannamento, dovuta all’oggettiva difficoltà di organizzare competizioni dal vivo. Superato il momento critico, gli e-sports sono pronti per fare il grande salto di qualità, creando nuove opportunità di business su larga scala, grazie al coinvolgimento di produttori e sviluppatori di videogiochi, federazioni sportive, agenzie pubblicitarie e altri soggetti attivi nelle manifestazioni. Il giro di affari ormai supera i 50 milioni di euro l’anno. Entriamo quindi più nel vivo dell’argomento, illustrando tutto quello che c’è da sapere.
E-sports: definizione e caratteristiche
Stando alla definizione che viene data da Italian Interactive & Digital Entertainment Association (IIDEA), l’associazione di categoria dell’industria dei videogiochi in Italia, gli e-sports sono leghe, circuiti competitivi, tornei o competizioni simili, che prevedono tipicamente un pubblico di spettatori, in cui giocatori singoli o squadre giocano a videogiochi, sia di persona che online, allo scopo di ottenere premi o per puro intrattenimento. Quindi parliamo di vere e proprie competizioni, a livello sia professionale che amatoriale, organizzati in vari luoghi, che possono essere dal vivo in un locale o in uno studio, oppure online.
I tornei che richiedono una maggiore presenza di pubblico vengono trasmessi in streaming su alcune piattaforme online come Youtube e Twich. Chiaramente al centro del fenomeno degli e-sports vi stanno i videogiochi, con opere creative protette da copyright e altri diritti che riguardano la proprietà intellettuale. Le condizioni per il funzio
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