(Money.it) È iniziata l’ultima fase prima di rendere operativa la direttiva Case Green dell’Unione Europea, cioè i negoziati tra le istituzioni dell’UE e gli Stati membri.
In questa fase, cruciale è il ruolo dei Paesi e vi sono alcuni che esprimono perplessità sulla Direttiva soprattutto per quanto riguarda i costi che i proprietari dovrebbero sostenere per adeguare i propri immobili alle nuove regole sull’efficientamento energetico. Parte della partita si giocherà sulle esclusioni di categorie di immobili dall’applicazione di questa normativa e tra i Paesi che più di altri esprimono incertezze vi è proprio l’Italia.
Sono diverse le categorie di immobili che potrebbero essere escluse dall’applicazione della normativa, vediamo quali sono per ora le case che possono evitare la stangata dei lavori di efficientamento per l’adeguamento degli immobili alla direttiva Case Green.
Stangata Case green da 60.000 euro a famiglia
La Direttiva prevede che gli edifici residenziali debbano raggiungere la classe energetica “E” entro il 2030 e la classe energetica “D” entro il 2033, proprio su questa categoria di edifici, cioè quelli già esistenti, vi sono però delle deroghe, cioè una serie di categorie di immobili che non hanno l’obbligo di adeguarsi.
Raggiungere la categoria “E” e “D” prevede dei costi, infatti, è necessario effettuare lavori che consentano di migliorare le prestazioni energetiche e quindi inquinare meno, può essere necessario sostituire i vecchi infissi, sostituire la caldaia con un modello meno inquinante, applicare pannelli solari per la produzione di acqua calda ed energia, eseguire lavori di isolamento come la coibentazione dei tetti e la realizzazione di cappotti term
© Money.it