(QuiFinanza.it) I contribuenti, per poter accedere alle agevolazioni fiscali connesse ai vari bonus edilizi, devono essere in possesso dell’adeguata certificazione Enea. A ricordarlo è l’ordinanza n. 34151 del 21 novembre 2022 della Corte di Cassazione. L’omessa comunicazione preventiva all’Enea, infatti, costituisce a tutti gli effetti un motivo per il quale le agevolazioni fiscali relative agli interventi di riqualificazione energetica non possono essere concessi.
Secondo i giudici della suprema corte le norme che regolamentano le varie agevolazioni fiscali risultano essere di stretta interpretazione. Per questo motivo, nella loro applicazione, non è possibile andare oltre i loro stretti confini. In caso contrario si correrebbe il rischio che siano derogati illegittimamente i principi di certezza giuridica e di capacità contributiva.
Certificazione Enea: un obbligo inderogabile
A fare il punto della situazione sulla certificazione Enea è stata la Corte di Cassazione, che è intervenuta sull’argomento attraverso l’ordinanza n. 34151 del 21 novembre 2022. I giudici si sono mossi da un caso specifico: una contribuente, che stava installando dei pannelli solari si accingeva ad effettuare dei lavori di riqualificazione energetica, oggetto di agevolazioni fiscali ex articolo 1, comma 344 e seguenti della Legge n. 296/2006. La contribuente, però, aveva effettuato la comunicazione Enea in ritardo (oltre i novanta giorni rispetto alla fine dei lavori). La contribuente, inoltre, non aveva presentato l’asseverazione del tecnico.
Gli uffici tributari, a seguito di un controllo formale della Dichiarazione dei Redditi 2013 (relativi all’anno d’imposta 2012), emettevano una cartella di pagamento ex articolo 36-ter del Dpr n. 600/1973. L’Agenzia delle Entrate, infatti, riteneva non detraibili le spese sostenute per gli interventi di risparmio energetico a causa del ritardo dell’invio della comunicazione Enea e perché mancava
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