Coronavirus, 60 milioni di posti di lavoro a rischio in Europa: i settori più colpiti
Il mercato dei trasporti aerei – in particolare quello passeggeri – faticherà a riprendersi e tornare ai volumi dello scorso anno. Uno scenario ipotizzato da più parti, ma confermato oggi dalle previsioni di Ryanair che, nella giornata della festa dei lavoratori, afferma che potrebbe ridurre del 30% circa il suo organico.
Una notizia pessima per i lavoratori della maggiore compagnia low cost europea, evidentemente in difficoltà dopo lo stop ai voli causato dalla pandemia da COVID-19. Nonostante il CEO O’Leary abbia più volte rassicurato sulla solidità della sua azienda, le prospettive di un ritorno alla “normalità” sono evidentemente scarse, almeno nel breve periodo. Secondo la stessa compagnia aerea irlandese, ci vorranno quasi 2 anni prima che gli effetti del virus si attenuino e gli utenti potranno tornare a volare.
Le previsioni Ryanair per il mercato aereo
Secondo quanto dichiarato oggi dal CEO O’Leary, che nei giorni passati si era espresso contro il distanziamento sociale sui voli aerei, il mercato dei trasporti aerei potrebbe impiegare fino a 2 anni per tornare alla “normalità”.
Il blocco prolungato dei voli costringerà la compagnia low fare a ridurre del 99,5% il programma di volo originario del trimestre aprile-giugno 2020. Ryanair prevede, infatti, che riuscirà a far volare solo 150 mila passeggeri e non 42,4 milioni come inizialmente previsto. La situazione non cambierà nel trimestre luglio-settembre, quando i passeggeri in volo saranno poco più di 20 milioni (meno del 50% rispetto alle previsioni iniziali).
Alla fine dell’anno fiscale (va da marzo 2020 a febbraio 2021), il conteggio dei passeggeri “movimentati” sarà di poco superiore ai 100 milioni, oltre il 35% in meno rispetto ai 154 milioni che il vettore aereo aveva previsto di far volare nel corso dei 12 mesi.
Licenziamenti Ryanair: quanti dipendenti verranno “lasciati a terra”
Con previsioni così pessimistiche, è impossibile per la compagnia aerea mantenere gli stessi livelli di occupazione. Se l’andamento dovesse essere effettivamente quello annunciato oggi dal O’Leary, Ryanair sarebbe costretta a licenziare 3.000 dipendenti su un organico di 13 mila persone. Ossia, il 30% circa. Inoltre, la compagnia irlandese dovrà rinegoziare l’acquisto di diversi aerei già ordinati a Boeing.
Problema aiuti di Stato
A questo scenario, già poco idilliaco, va a sommarsi quello che O’Leary definisce “doping di Stato“. Ossia, tutti gli aiuti che le varie compagnie di bandiera stanno ottenendo per evitare di dichiarare fallimento. Questo consentirà ad alcune compagnie aeree di fare vendite sottocosto, in modo da poter recuperare in fretta i passeggeri perduti.
Una soluzione che favorirà le compagnie tradizionali a scapito di quelle low cost. Per questo motivo, sia Ryanair sia easyJet chiedono una diversa modulazione delle tasse aeroportuali, in modo da offrire a tutti i competitor le stesse condizioni di “partenza”.
Articolo originale di Quifinanza.it.