(BorsaeFinanza.it) Le quotazioni dell’oro si sono ritirate nelle ultime tre settimane scendendo di circa il 3%, dopo essere arrivare a pochi passi dai massimi storici a 2.090 dollari segnati nell’agosto 2020. I timori di una recessione incombente avevano alimentato le aspettative di un allentamento dei tassi di interesse da parte delle Banche centrali e favorito il rally dell’oro. Infatti, con rendimenti più bassi sul mercato il metallo prezioso diviene più interessante per gli investitori, trattandosi di un asset che non produce reddito. Allo scenario economico si è poi aggiunta la crisi bancaria scoppiata negli Stati Uniti nel mese di marzo, con il fallimento di quattro istituti di credito, che ha favorito la rivalutazione dell’oro nella sua funzione di bene rifugio.
Recentemente i trader hanno venduto oro un po’ per monetizzare la cavalcata iniziata a novembre 2022, un po’ perché sono emerse nuove ipotesi che la Federal Reserve possa tornare ad aumentare il costo del denaro nella riunione di giugno. L’accordo sul tetto del debito USA passato alla Camera nella giornata di ieri, ha spinto ancora più in basso i prezzi dell’oro in quan
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