(Money.it) L’emergenza gas è quasi finita. Qualche pericolo, dettato da incognite a oggi difficilmente valutabili, resta, ma al momento si può dire che la crisi energetica non fa più paura come accadeva solamente qualche mese fa. Qual è attualmente la situazione in Italia e cosa bisogna aspettarsi nei prossimi mesi sul fronte del gas e dei consumi energetici? A spiegarlo in un’intervista a Money.it è Matteo Villa, senior research fellow dell’Ispi.
Gli elementi positivi per l’Italia e per l’Europa al momento sono diversi: non c’è solo il prezzo del gas, che scende sui livelli sempre più bassi, oggi addirittura intorno ai 25 euro al megawattora; le buone notizie arrivano anche dagli stoccaggi, mai così pieni in questo periodo dell’anno, e dalla riduzione dei consumi (dettata soprattutto dal clima mite dell’ultimo anno) che potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi.
Per quanto ci siano ancora delle incognite, come quelle legate alle forniture russe, l’Italia può di certo stare più tranquilla per la prossima stagione invernale di quanto si pensasse solamente pochi mesi fa. Anche sul fronte delle forniture, peraltro, sono stati fatti importanti passi in avanti che potrebbero mettere al sicuro l’importazione di gas.
Gas, l’emergenza è finita?
La prima domanda è semplice: l’emergenza gas è davvero finita? Per Villa la risposta secca è “quasi”. Motivata dal fatto che già adesso gli stoccaggi sono pieni per più del 70%, su livelli “imprevisti e imprevedibili, un segnale enormemente positivo per l’Italia e per l’Europa”.
In Italia gli stoccaggi sono così alti e talmente tanto semplici da riempire che ora la curva sta rallentando “perché non conviene continuare a farlo per alcuni operatori”. Di questo passo a inizio novembre i depositi di gas potrebbero essere pieni quasi al 100%, ben oltre le richieste minime di Bruxelles (fissate al 90%), un obiettivo che “pensavamo fosse davvero difficile per quest’anno”.
Se l’emergenza è quasi finita il motivo è che sono cambiati almeno due elementi rispetto alle previsioni della vigilia. Innanzitutto abbiamo avuto un inverno molto più caldo del previsto: “Siamo stati circa un grado e mezzo sopra la media, che vuol dire giornate nettamente più calde e questo ha cambiato molto la domanda di riscaldamento”.
A questo va aggiunto che è continuata la riduzione dei consumi industriali: qualcosa che avevamo già in conto, ma che è proseguita. Peraltro, continua l’esperto dell’Ispi, “la produzione industriale, a fronte di una riduzione del 20% dei consumi, è calata solo del 2-3%”.
La domanda di gas è scesa, “per oltre la metà grazie al minor freddo, ma anche per il cambio dei comportamenti dei consumatori domestici: anche a parità di temperature, quando è successo, si è consumato un po’ meno, con una riduzione circa del 10%”. In totale l’Italia ha consumato il 20% in meno di gas, di questa fetta il 2% è dovuto alla riduzione dei consumi domestici.
Poi c’è un 3-4% legato all’in
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