(Money.it) Il diritto a ricevere l’eredità è subordinato ad alcune circostanze, che dipendono però dagli eredi. Il Codice civile distingue infatti fra eredi legittimari (che perdono il diritto all’eredità solo in condizioni particolari) e gli altri eredi, più facilmente escludibili dalla successione. C’è poi la possibilità di includere anche persone diverse dai familiari individuati dal Codice civile, ma in questo caso non si può parlare di esclusione: se il defunto non li ha inclusi nel testamento non ereditano.
Quando si perde il diritto all’eredità e come
Il diritto successorio degli eredi individuati dal Codice civile, come anticipato, è diverso per le due categorie di eredi previste. Gli eredi necessari (coniuge, figli e genitori) perdono il diritto all’eredità soltanto se c’è una sentenza che ne attesti l’indegnità (sempre che il testamento non la revochi), oppure se cambia lo status (il coniuge dopo il divorzio perde ogni pretesa successoria).
Gli altri eredi possibili sono invece automaticamente esclusi dalla presenza dei legittimari, con un ordine di priorità ben specifico, ma sono comunque facilmente escludibili dalla successione con il testamento. Non ha poi diritto all’eredità chi ha già ricevuto la sua parte in vita, ad esempio attraverso le donazioni. Riassumendo, si perde il diritto all’eredità:
- Se il giudice pronuncia l’indegnità dei legittimari;
- se il testamento esclude gli eredi non legittimari;
- se gli eredi hanno già ricevuto la quota spettante loro quando il defunto era in vita;
- quando il coniuge divorzia;
- quando il potenziale erede è incapace a succedere per legge (ad esempio perché non ancora concepito e non inserito nel testamento). Con l’incapacità, t
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