Dal 2021 i bonus corrente, bonus gas e bonus acqua verranno rinnovati automaticamente nel caso in cui lo stato di disagio economico delle famiglie beneficiarie dovesse permanere. Questo quanto prevede la normativa attuale che, però, l’ARERA vorrebbe modificare.
L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, infatti, ha invitato il Parlamento a rivedere il tutto, anticipando le tempistiche. Secondo l’ARERA, infatti, molte famiglie che oggi usufruiscono dei bonus sociali su energia elettrica, gas e acqua avrebbero non poche difficoltà a presentare domanda di rinnovo. Il funzionamento “a intermittenza” di patronati e CAF, al quale si unisce lo smart working dei dipendenti pubblici, fa sì che molte persone non riescano a presentare domanda di rinnovo. La soluzione, secondo l’Autorità, starebbe dunque nel rinnovo automatico “anticipato”.
Bonus sociali bollette: come funziona il rinnovo automatico
Nella missiva che l’ARERA avrebbe inviato al Parlamento, e anticipata dall’agenzia stampa “Adnkronos”, si fa riferimento alla nuova normativa sul tema dei bonus sociali. Secondo l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente la norma che prevede il rinnovo automatico dei bonus dovrebbe essere anticipata di un anno ed estesa a tutte quelle famiglie il cui bonus va in scadenza tra il 1 marzo 2020 e il 31 dicembre 2020.
In questo modo, tutti i beneficiari che non hanno visto miglioramenti nelle condizioni di vita potrebbero continuare a usufruire del bonus sociale bollette senza esser costretti a presentare domanda presso gli uffici preposti. Un aiuto concreto per migliaia di famiglie in difficoltà economica e che consentirebbe di supportarle sino a quando il rinnovo automatico previsto dalla legge entrerà effettivamente in vigore.
Stop a quote fisse: la proposta ARERA
Nella sua comunicazione al Parlamento, l’Autorità per Energia, Reti e Ambiente suggerisce anche un’altra misura che potrebbe essere d’aiuto per le attività commerciali e imprenditoriali in difficoltà a causa della pandemia di Coronavirus.
Secondo l’ARERA, infatti, si potrebbero ridurre o azzerare gli importi per le cosiddette “Quote fisse” della bolletta elettrica (quelle per il “Trasporto e gestione del contatore” e per gli “Oneri generali”), così da andare incontro alle necessità di tutte quelle attività chiuse da due mesi a questa parte e ancora in attesa di sapere se e quando potranno riaprire.
Per l’Autorità, una misura di questo genere avrebbe un impatto sulle casse statali di circa 600 milioni di euro, mentre permetterebbe di ridurre i costi della bolletta del 70% o più.
Articolo originale di Quifinanza.it.