(QuiFinanza.it) Nel linguaggio comune sotto la generica locuzione di “auto d’epoca” ricadono sia quei pregiatissimi pezzi da collezione posseduti da pochi fortunati, che le acciaccate utilitarie immatricolate qualche decennio fa.
Auto d’epoca e auto storica, quali differenze
Le prime sono perfetti esempi di come meccanica e design possano sposarsi generando meraviglie. Le seconde, spesso, sono semplicemente macchine vecchie. A voler essere precisi, però, le cose stanno diversamente: per “veicoli d’epoca” la legge intende quelle automobili e quelle moto cancellate dal Pra (Pubblico registro automobilistico) e destinate a sostare in musei o locali, sia pubblici che privati, al fine di preservarne le caratteristiche originali. Le auto d’epoca non possono normalmente circolare, se non in occasione di manifestazioni autorizzate, con targa provvisoria e autorizzazione della Motorizzazione. Le auto d’epoca sono poi sottoposte a un particolare regime in merito alle revisioni.
Le auto storiche sono invece vecchie automobili iscritte all’Asi (Automotoclub Storico Italiano) che hanno sì interesse collezionistico, ma che possono circolare liberamente, purché nel rispetto delle zone
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