(Money.it) L’impianto fotovoltaico a terra ha funzioni analoghe ai classici pannelli sul tetto, consentendo la produzione di corrente elettrica per alimentare abitazioni e attività risparmiando sui costi e utilizzando fonti eco-sostenibili. In particolare, l’installazione sul suolo è decisamente conveniente quando si devono alimentare grandi impianti oppure si ha un notevole spazio a disposizione da sfruttare. Per installare un impianto fotovoltaico a terra è necessario rispettare la normativa di riferimento, in particolare il Decreto bollette n. 17/2022 e conoscere le caratteristiche che deve avere il terreno per progettare l’installazione con costi commisurati ai benefici.
L’estensione del terreno e il taglio degli incentivi
Considerando che il cosiddetto Decreto liberalizzazioni (Decreto-legge n. 1 del 24 gennaio 2012) ha eliminato gli incentivi per l’impianto fotovoltaico a terra, oltre per quello su tetto, su campi agricoli o montasi su serre, è importante scegliere terreni di estensioni il più vaste possibile così da ammortizzare i costi della progettazione. Proprio per questa ragione, la media della domanda di mercato per i terreni agricoli mostra una netta preferenza per estensioni superiori a 11 ettari.
Sulla questione del taglio degli incentivi esistono comunque alcune eccezioni, infatti:
- I terreni agricoli nelle regioni che prevedono la Procedura abilitativa semplificata permettono l’autorizzazione di impianti fino a 1 MW, installabili in superfici comprese fra 2 e 3 ettari;
- per i terreni industriali e le ex cave sono previsti bandi annuali, grazie ai quali possono essere considerati appezzamenti a partire da 1 ettaro.
La morfologia del terreno e le
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