(Money.it) Il Governo Meloni cambia i contratti a termine, modificandone le causali per portare i contratti a tempo determinato da 12 a 24 mesi, rendendoli rinnovi più semplici per le aziende. Queste sono le prime novità che emergono dalla bozza del decreto Lavoro che dovrebbe essere approvato dal governo in uno dei prossimi Consigli dei ministri.
L’esecutivo vorrebbe quindi cambiare i fondamentali del Decreto Dignità che nel 2018 aveva introdotto causali più rigide per i contratti a termine, con l’obiettivo di limitare il ricorso all’occupazione a termine, rendendo di fatto quasi impossibile – se non in casi particolari – il prolungamento oltre la soglia dei dodici mesi, dopo i quali doveva scattare l’assunzione a tempo indeterminato.
Se da una parte la decisione del Governo Meloni sarà sicuramente apprezzata dalle aziende, potrebbe non essere così per i lavoratori, per i quali la situazione si complica maggiormente, rischiando di trovarsi intrappolati nel limbo della precarietà, come evidenziato da un’inchiesta di Dataroom. È quindi opportuno sapere cosa cambierebbe nei contratti a termine, quali possono essere i rischi dei lavoratori e se esiste un modello alternativo a quello adottato dal Governo.
Lavoro a tempo determinato: cosa cambia per durata e causali
Nel dettaglio stando all’ultima bozza del decreto Lavoro, sarebbero previste nuove causali per allungare i contratti a termine da 12 a 24 mesi.
Il decreto Dignità del 2018 prevedeva che dopo un 12 mesi di contratto a termine scattasse l’assunzione; oppure che il datore di lavoro prorogasse il contratto per un tempo massimo di altri 12 mesi, indicando però una causale e pagando uno 0,5% di contribuzione in più.
Nel caso in cui fosse approvato l’attuale testo del decreto Lavoro, l’esecutivo non interverrebbe nello schema generale ma in modo puntuale proprio sulle causali, rendendole più accessibili per le aziende. Causali che non serviranno per contratti a 12 mesi, ma saranno necessarie per i contratti a 24 mesi e potranno essere 3:
- specifiche esigenze previste dai contratti collettivi;
- specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva;
- esigenze di sostituzione di altri lavoratori.
Al termine di questi 24 mesi – come in precedenza accadeva per il contratto di 12 mesi – potrà essere previsto un ulteriore rinnovo fino a 12, per arrivare a un periodo complessivo di 36 mesi con contratto
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