(Money.it) L’assegno di mantenimento è dovuto al coniuge economicamente più debole alla separazione oppure ai figli, purché siano presenti determinate condizioni. Non è soltanto il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento a dover rispondere a particolari requisiti, ma anche il suo importo varia a seconda delle circostanze. Le variabili in gioco sono molte e comprendono le condizioni economiche di entrambe le parti, oltre che la loro responsabilità sulle stesse. In caso di cambiamenti, l’assegno di mantenimento può quindi essere ridotto o perfino tolto. In linea generale, è anche possibile ottenere un aumento dell’assegno di mantenimento, ma fra le possibilità si tratta di quella più rara.
Di conseguenza il beneficiario deve prestare molta attenzione agli elementi che potrebbero pregiudicare il suo diritto, ma ancora più attenzione dovrebbe essere posta dal soggetto obbligato che ritiene di pagare troppo o comunque ingiustamente. Vediamo quindi quando si riduce l’assegno di mantenimento e perché.
Quando si riduce l’assegno di mantenimento
Sia che si tratti dell’assegno di mantenimento dovuto al coniuge separato che dell’assegno di mantenimento dovuto ai figli, questo diritto può essere messo in discussione anche in seguito alla sua determinazione. In qualsiasi momento dopo la separazione o l’accordo circa il mantenimento, ciascuno dei soggetti coinvolti può proporre un giudizio per rivederne le condizioni.
Ovviamente, affinché si possa instaurare una nuova causa di valutazione dell’assegno di mantenimento è necessario che ci siano stati dei cambiamenti nella situazione rispetto a quella originaria, che ha portato alla formulazione dell’assegno di mantenimento in modo coerente. Tra le novità che possono incidere sulla modifica dell’assegno di mantenimento
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