(BorsaeFinanza.it) Il prestito non censito è una richiesta che capita spesso e volentieri a banche e finanziarie, ma è anche una pratica insidiosa nei cui confronti gli istituti si muovono con estrema cautela. Il motivo? La natura stessa di questo prestito perché si tratta del primo in assoluto: quello concesso a chi non ha mai richiesto un finanziamento. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito e come muoversi su questo terreno scivoloso.
Prestito non censito: cos’è e chi può averlo
Il prestito si definisce non censito quando il richiedente non è ancora registrato negli archivi digitali degli istituti di credito, ovvero i SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie), i database che raccolgono tutte le informazioni sui finanziamenti richiesti e ottenuti da consumatori e imprese e raggruppano i file che compongono la referenza creditizia del cliente.
La materia è ostica proprio perché l’istituto o l’intermediario finanziario non conosce l’affidabilità del soggetto che richiede il prestito. Il prestito non censito può essere richiesto da tutti (di norma non sono censite le persone che hanno sempre effettuato acquisti senza ricorrere a forme di credito, i giovani e gli stranieri residenti da poco in Italia) ma non è detto che la banca conceda il finanziamento perché è impossibilitata a effettuare controlli sulla specifica referenza creditizia. La persona o la società, infatti, non è presente nei database della centrale dei rischi.
Gli archivi informatici sono gestiti da società specializzate come CTC (Consorzio per la Tutela del Credito, l’ente che riunisce 32 istituti italiani per i servizi informativi a supporto dei processi di erogazione, monitoraggio e recupero del credito) e da aziende globali quali CRIF ed Experian. La visura è il documento che consente di consultare
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