(QuiFinanza.it) I titolari di partita Iva che hanno optato per il regime forfettario possono utilizzare le agevolazioni previste dal bonus ristrutturazione? Come è necessario muoversi, fiscalmente parlando, per poter usufruire delle varie agevolazioni fiscali, quando non è possibile operare direttamente con la detrazione Irpef?
Ma perché ci stiamo ponendo queste domande? E soprattutto perché è importante comprendere come muoversi? I contribuenti che sono in regime forfettario, nel momento in cui effettuano un lavoro edilizio ed intendono utilizzare un qualsiasi bonus ristrutturazione, si trovano davanti una strada sbarrata. Non hanno la possibilità di detrarre la somma spesa, per il semplice fatto che il loro reddito non è soggetto a Irpef, ma ad un’imposta sostitutiva del 5% o del 15%, a seconda dei casi.
Questo ostacolo, però, risulta essere solo apparente e semplicemente superabile. Cerchiamo di comprendere come i contribuenti forfettari abbiano la possibilità di utilizzare i vari bonus edilizi attraverso alcuni semplici accorgimenti. Tutti perfettamente leciti, ma soprattutto riconosciuti validi anche dall’Agenzia delle Entrate.
Regime forfettario, in cosa consiste
Cerchiamo di capire, prima di tutto, cosa sia e come funziona il regime forfettario. Questo è una forma di tassazione agevolata, alla quale possono aderire i titolari di partita Iva, che esercitano attività d’impresa, arte o professione. Prima di essere conosciuto come regime forfettario era noto come regime dei minimi ed è stato ampiamente ridisegnato prima dalla Legge di Bilancio 2020 e poi dalla Manovra 2023.
Per poter aderire al regime forfettario, i contribuenti devono rispettare i seguenti requisiti:
- i ricavi o i compensi annui non devono superare gli 85.000 euro;
- le spese complessive devono essere inferiori a 20.000 euro lordi l’anno, comprese quelle per eventuali lavoratori dipendenti o collaboratori assunti;
- non devono aver incassato, nel corso dell’anno precedente, redditi da lavoro dipendente o assimilati o da pensione superiori a 30.000 euro. A meno che il rapporto di lavoro non sia stato completamente e definitivamente chiuso.
Quanto si paga di tasse
A differenza dei lavoratori dipendenti o dei titolari di partita Iva che hanno optato per il regime ordinario, la tassazione dei redditi conseguiti con il regime forfettario avviene applicando all’ammontare dei redditi un coefficiente di redditività, che varia in base all’attività che viene esercitata. In estrema sintesi, questo elemento serve per indicare, in maniera forfettaria, a quanto ammontano le spese che risultano essere deducibili dal reddito.
In questo momento sono in vigore i seguenti coefficienti:
- settore alimenti e be
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