(BorsaeFinanza.it) Le azioni USA sono diventate “non investibili”. Un termine che lo scorso anno è stato adottato per i titoli cinesi, quando la Cina si trovava in grande difficoltà per le scelte del governo di Pechino di chiudere le città per perseguire la politica del Covid-zero. Ora tocca agli Stati Uniti far la parte del cattivo davanti agli investitori, messi in fuga dalla crisi bancaria che sta tenendo con il fiato sospeso le autorità regolamentari. Questo mese sono saltate Silvergate Capital, Silicon Valley Bank e Signature Bank, mentre una rischia ancora di unirsi al gruppetto: First Republic Bank.
Ma non è solo la crisi bancaria ad aver inasprito il sentiment degli investitori internazionali sul mercato azionario USA. Anche lo stallo sul tetto del debito, su cui i politici statunitensi non hanno ancora trovato un accordo, contribuisce ad alimentare tensioni. Non è mai successo che un accordo alla fine non si sia trovato e paventare un default del debito USA sarebbe bizzarro. Ma si sa che i mercati vivono di emozioni e l’incert
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