(BorsaeFinanza.it) A partire dallo scorso settembre il cambio Eur/Usd ha invertito la tendenza. Dai minimi toccati a 0,9535 la moneta unica europea ha recuperato il 12% di valore nei confronti del biglietto verde. In precedenza ne aveva persi 21 a partire dal maggio 2021. Un’inversione di tendenza c’è stata sicuramente, almeno nel breve periodo, ma ora viene messa in dubbio dal nuovo scenario determinato dalla crisi bancaria.
Le basi del recupero dell’euro, questione di Banche centrali
Uno dei motori del recupero dell’euro è stata la desincronizzazione delle Banche centrali. La Federal Reserve ha iniziato prima della BCE a rialzare i tassi di interesse. Come conseguenza ci si aspetta che termini la manovra in anticipo rispetto alla Banca centrale europea e che magari proceda a tagliare i tassi di interesse. Anche se la Fed lo ha escluso nell’ultima riunione, lo scenario deteriorato dalla crisi bancaria potrebbe spingere in quella direzione. Il divario dei tassi al di qua e al di là dell’Atlantico sembra quindi destinato a restringersi in favore dell’euro.
Favorevole alla moneta unica è stato anche il rientro della crisi energetica, grazie ai provvedimenti presi dai governi e a un inverno decisamente mite che ha graziato le famiglie europee. Meno spese in bolletta, più denaro da spendere, economia più forte, ulteriori rialzi dei tassi. È questo il percorso mentale fatto dagli investitori, che riporta di nuovo la questione alla domanda: cosa farà la BCE?
La numero uno di Francoforte, Christine Lagarde, ha fatto lo stesso percorso mentale degli investitori non più tardi di due giorni fa. Ha affermato infatti che le famiglie della zona euro “dispongono ancora di 900 miliardi di euro in eccesso accumulati tra i 2020 e il 2022, che probabilmente forniranno una spinta all’inflazione ancora per qu
© Borsa e Finanza