(Money.it) La maternità surrogata rappresenta per molte persone l’unica possibilità per riuscire ad avere un figlio, ma non tutti sono favorevoli a questa pratica. Di recente, si è tornato a discuterne in Italia per via del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. Secondo alcuni esponenti politici, infatti, consentire il riconoscimento dei figli avrebbe ammesso la maternità surrogata, attualmente vietata in Italia. Ogni Stato ha, in effetti, una diversa normativa a riguardo. Il fatto che la maternità surrogata sia contraria ad alcune ideologie ha ovviamente influenzato la regolamentazione – anche se avrebbe dovuto – ma quali sono gli interessi legislativi riguardo a questa pratica?
Cos’è la maternità surrogata?
Prima di analizzare la legalità della maternità surrogata e le normative dei vari Stati a riguardo, è opportuno definire che cos’è, anche perché molto spesso c’è troppa confusione su questo punto. Con la maternità surrogata una donna porta avanti una gravidanza per conto del genitore o dei genitori committenti, chiamati intenzionali. In altre parole, la madre surrogata mette a disposizione il proprio corpo per portare avanti una gestazione impossibile per il committente, ricevendo in cambio un compenso o a titolo gratuito.
Ne consegue che la madre surrogata rinuncia a ogni diritto genitoriale sul bambino portato in grembo, la cui responsabilità cadrà sui genitori intenzionali dal momento della nascita. La maternità surrogata può essere genetica (detta anche parziale o tradizionale), nel caso in cui avviene l’inseminazione artificiale avviene tra un ovocita della futura gestante e il seme del committente o di un donatore. Solitamente questa pratica è scon
© Money.it