(BorsaeFinanza.it) Ci sono buone notizie per il mercato italiano del private equity e venture capital, nell’analisi sul 2022 condotta da AIFI in collaborazione con PwC. Il 2023, invece, potrebbe essere più complesso a causa delle politiche restrittive attuate dalle Banche centrali e delle difficoltà nel settore bancario emerse nel corso delle ultime due settimane. “Abbiamo registrato una lieve contrazione dei numeri nei mesi di gennaio e febbraio – ha commentato Anna Gervasoni, direttore generale di AIFI – ma si tratta di numeri ancora troppo piccoli per permetterci di fare delle valutazioni e delle previsioni per l’intero anno. Sappiamo che il 2023 sarà un anno difficile ma non siamo in grado di prevedere ora che cosa succederà”.
Private equity e venture capital: investimenti record nel 2022
Considerate le premesse e il risultato del 2022, sarà difficile per il nuovo anno rinnovare il record di investimenti effettuati dagli operatori di private equity e venture capital, arrivati alla cifra di 23,66 miliardi di euro con una crescita del 61% rispetto all’anno precedente. A trainare sono state alcune operazioni di dimensioni significative realizzate sia nel segmento del buy out che in quello delle infrastrutture. Large deal (da 150 a 300 milioni di euro) e mega deal (oltre 300 milioni) hanno rappresentato il 76% dell’ammontare complessivo investito.
Innocenzo Cipolletta, presidente di AIFI, ha sottolineato la spinta arrivata dai fondi paneuropei, soprattutto sulle operazioni di grandi dimensioni: “In Italia ancora non sono presenti fondi che possano misurarsi con i grandi player globali. Per questo serve un’azione di sistema, da un lato per permettere ai nostri operatori di diventare competitivi a livello internazionale, dall’altra per ripopol
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