(Money.it) Il pignoramento del conto corrente impedisce al debitore di disporre pienamente del proprio denaro, in quanto una è destinato al soddisfacimento del creditore. Allo stesso tempo. Il pignoramento del conto corrente deve seguire la legge per modalità e termini di importo, altrimenti il debitore può presentare un’opposizione.
Pignoramento del conto corrente, chi rischia e quando
Il pignoramento del conto corrente è un rischio concreto per tutti i debitori che non saldano le proprie obbligazioni, in quanto consente al creditore di ottenere quanto gli spetta in modo coattivo. Allo stesso tempo, il creditore non può semplicemente avviare il pignoramento, il quale può essere autorizzato esclusivamente da un titolo esecutivo. Quest’ultimo può essere legato alla seguente documentazione:
- Una sentenza.
- Un atto giudiziario.
- Un decreto ingiuntivo.
Il pignoramento è quindi una vera e propria azione esecutiva, che può essere esercitata soltanto quando il debitore non è in grado di pagare il suo debito o comunque non intende obbedire al suo obbligo. Bisogna poi ricordare che l’Agenzia delle entrate può intervenire senza delegare la procedura al tribunale. Perché si possa procedere al pignoramento del conto corrente, poi, l’atto di pignoramento deve essere notificato anche alla Banca. Gli istituti di credito sono infatti tenuti a custodire le somme pignorate su ordine del giudice, senza poterne disporre.
I limiti al pignoramento del conto corrente
I limiti legati al pignoramento del conto corrente variano a seconda della situazione e
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