(BorsaeFinanza.it)
Stavolta è toccato alla Banca centrale svizzera intervenire per mettere una pezza a una situazione che rischiava di sfuggire di mano. Per aiutare una soluzione della crisi del Credit Suisse, storico istituto finanziario elvetico con 167 anni di storia, la SNB ha messo a disposizione una linea di credito da 50 miliardi di franchi (54 miliardi di dollari) per rafforzare la liquidità e la fiducia degli investitori messe in seria difficoltà nei giorni scorsi.
Le somme messe a disposizione dalla Swiss National Bank non sono specificamente destinate al Credit Suisse ma fanno parte di una strumentazione disponibile a tutti gli istituti che le richiedano e accessibile solo a chi rispetti determinati requisiti patrimoniali. Le autorità svizzere hanno evidenziato questo aspetto con l’obiettivo di sottolineare che il gruppo bancario in difficoltà risponde ai requisiti di patrimoniali e di liquidità imposti alle banche di rilevanza sistemica.
Sempre al fine di ricostituire la perdita di fiducia nei suoi confronti, il gruppo bancario ha annunciato il riacquisto di alcuni titoli di debito per un totale di 2,5 miliardi di dollari, riducendo così l’onere degli interessi. “Il nostro capitale e la nostra base di liquidità sono molto forti” aveva assicurato in precedenza l’amministratore delegato Ulrich Koerner.
La reazione dei mercati
Il continuo saliscendi delle Borse, guidate dall’altalena dei titoli bancari, aggiunge oggi una nuova puntata con un consistente rimbalzo. La maggiore reazione è ovviamente quella dell’azione Credit Suisse, che ha aperto le contrattazioni a 2,377 franchi. A un’ora dall’inizio delle contrattazioni il titolo ha perso parte dei guadagni iniziali ma mantiene un rialzo di circa il 20% sulla chiusura della vigilia a 1,697, seduta nella quale ha toccato i minimi storici.
Gli interventi e le rassicurazioni sembrano aver funzionato ma per portare il Credit Suisse fuori dalla crisi che lo attanaglia ormai da diversi anni serve una svolta che solo il gruppo può darsi. Per questo motivo è urgente la presentazione di un nuovo piano strategico da parte del management dal quale il colosso bancario ne uscirà probabilmente ridimensionato.
Il crollo del Credit Suisse in Borsa e il recupero dopo l’intervento della SNB – Fonte: Bloomberg
Credit Suisse, la nuova Lehman Brothers?
Il Credit Suisse si è avvitato su sé stesso con un’accelerazione della crisi negli ultimi giorni. Se nel caso delle due banche statunitensi fallite, SVB e Signature, parlare di un rischio Lehman Brothers era azzardato, le dimensioni, la presenza globale e l’importanza sistemica del colosso svizzero rendono lo stesso rischio molto attuale.
Robert Kiyosaki, il magnate che aveva previsto il crollo di Lehman, ritiene che il CS sarà la prossima a cadere mentre un altro grande economista, Nouriel Roubini, pensa che l’istituto “sia troppo grande per fallire ma anche per essere salvato”.
Una differenza tra quanto accaduto nel 2008 e quanto sta accadendo oggi c’è. Nessuno volle salvare Lehman Brothers per dare una “lezione” agli speculatori di Wall Street, una scelta che poi si rivelò errata. Oggi la consapevolezza che un fallimento della banca svizzera potrebbe innescare una crisi finanziaria di portata gigantesca ha spinto al pronto intervento della SNB.
Le tappe della crisi
La crisi del Credit S
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