(BorsaeFinanza.it) Il 15 marzo 2023 è una data epocale per la Società Sportiva Calcio Napoli: per la prima volta nella sua storia, con il 3-0 sull’Eintracht Francoforte, la squadra campana ha raggiunto i quarti di finale di Champions League, l’ex Coppa dei Campioni e massima competizione europea. Non era mai successo, nemmeno ai tempi di Diego Armando Maradona, il calciatore più forte di sempre.
Il merito è dei giocatori, dell’allenatore Luciano Spalletti, del direttore sportivo Cristiano Giuntoli e del suo staff, ma soprattutto del presidente Aurelio De Laurentiis, capace ad inizio stagione di tagliare i ponti con il passato rappresentato da icone come Lorenzo Insigne, Dries Mertens e Kalidou Koulibaly. Ma come ha fatto il produttore romano a creare il Napoli più competitivo di tutti i tempi, da dove è partito e con quali strategie ha fatto risorgere la Fenice azzurra dalle ceneri del fallimento?
Da dove arriva la ricchezza di Aurelio De Laurentiis
Classe 1949, figlio di Luigi e nipote di Dino De Laurentiis, ADL è il patron della Filmauro S.r.l., la società di produzione e distribuzione cinematografica che ha fondato nel 1975 con il padre. Oltre a distribuire blockbuster hollywoodiani campioni d’incassi e opere di autori come Cimino, Polanski, Lynch, Almodóvar, Joel ed Ethan Coen e a produrre commedie di successo da Amici miei di Monicelli ai cosiddetti cinepanettoni, Filmauro gestisce anche My Cityplex, il circuito di sale sul territorio di Roma che include i cinema Trianon, Savoy, Doria, Antares, Europa e Galaxy.
Insieme al figlio Luigi, suo socio e braccio destro, De Laurentiis ha chiuso anche accordi di distribuzione con major statunitensi come Universal e Warner e acquisito e prodotto titoli internazionali distribuiti su vari territori esteri tra cui l’Inghilterra, la Francia, la Germania, la Spagna, il Benelux, il Brasile e la Cina. Fa parte della Fondazione Italia USA, è stato per dieci anni presidente della FIAPF (la Federazione internazionale dei produttori, di cui oggi è presidente onorario) e per cinque della UNPF-ANICA, l’Unione nazionale dei produttori.
Al 30 giugno 2021, dopo il rosso di 34,7 milioni di euro del 2020, Filmauro ha chiuso il bilancio consolidato in perdita per il secondo anno consecutivo. Complici gli effetti della pandemia, la holding ha fatto segnare un rosso di 66 milioni. Il fatturato è calato del 17%, passando da 295,2 a 245,2 milioni di euro. Il gruppo ha attribuito il decremento nei ricavi “alle minori plusvalenze realizzate dalla partecipata SSC Napoli S.p.A. (circa 47 milioni)”.
L’incremento netto degli oneri della produzione, pari a circa 16 milioni, trova giustificazione, prevalentemente, nei maggiori costi del personale tesserato (15 milioni) mentre diminuiscono costi per gli ammortamenti dei diritti alle prestazioni professionali dei calciatori (7 milioni).
I proventi della gestione calcistica “pesano, sul totale del valore della produzione, per il 92%”: il Napoli vale quindi quasi l’intero fatturato della holding di DeLa. Le restanti attività del gruppo, “collegate alla produzione, distribuzione e commercializzazione di prodotti cinematografici, pesano, sul totale, per il 3%, in linea con l’esercizio precedente”. Nonostante la perdita, il patrimonio netto è risultato in aumento a 180,5 mil
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