(Money.it) Il lavoratore ha diritto a non lavorare in nero e proprio per questo esistono procedure ad hoc, che permettono di denunciare situazioni di irregolarità. Queste strade, se da un lato portano a risolvere il problema, dall’altro non costituiscono alcun rischio per il dipendente la cui assunzione non è stata dichiarata alle istituzioni. Egli infatti non incappa in nessun reato a segnalare i fatti e a far emergere il lavoro nero.
Insomma, anche quando il datore di lavoro non ha intenzione di redigere un contratto scritto o quando non intende versare lo stipendio nella sua interezza e garantire i minimi salariali, sarà possibile tutelarsi nelle sedi opportune. Di seguito faremo luce proprio su queste ultime e vedremo che per proteggersi e denunciare il lavoro nero, esistono tre possibili percorsi. Quali sono? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.
Lavoro nero, in che cosa consiste e quando ricorre: cenni generali
Si tratta di un problema noto e molto diffuso specialmente in alcuni contesti lavorativi, come ad es. il lavoro domestico o quello agricolo. Interrogarsi su come fare a denunciare il lavoro nero, detto anche lavoro ’sommerso’ o ’irregolare’, è dunque molto importante perché porta a capire come fare a contrastare la pratica illegale – da parte di non pochi imprenditori – di impiegare lavoratori dipendenti senza averne anteriormente comunicato l’assunzione al Centro per l’Impiego e agli enti previdenziali, con conseguenze a livello retributivo, contributivo e fiscale. Di fatto lo Stato resterà all’oscuro dell’attivazione del rapporto di lavoro.
Chiaramente chi lavora in nero non sarà tutelato sotto numerosi punti di vista e sarà dunque svantaggiato in partenza, e per tutta la durata del rapporto di lavoro non regolare, rispetto ad un dipendente regolarmente assunto. In questi casi infatti, non sarà possibile contare sul versamento dei contributi e su quella serie di tutele tipiche del lavoro subordinato e di cui si trova traccia nei testi dei Ccnl di categoria. Pensiamo ovviamente ad istituti come quello delle ferie, dei permessi, della tutela in caso di malattia, del TFR, della tredicesima e non solo. Inoltre chi assume un lavoratore in nero, lo fa anche per non pagare le tasse dovute – dando luogo ad un’evasione fiscale che va contrastata. E il lavoratore in nero potrà in futuro contare su una pensione più bassa proprio per il mancato versamento dei contributi.
Pertanto è giusto affermare che il lavoro in nero consiste in una forma di arricchimento fraudolento che danneggia non soltanto l’individuo, ma la collettività intera e dunque lo Stato. Di fatto favorisce l’esclusione e la precarietà del lavoro, come anche l’evasione fiscale. Inoltre, incentiva l’immigrazione irregolare e favorisce licenziamenti senza il rispetto delle regole di cui alla legge.
Come capire se si tratta di lavoro in nero?
Prima di attivarsi con una denuncia, il lavo
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