Sono pronte le istruzioni INPS per richiedere l’esenzione fiscale per le imprese in possesso dell’Attestato di Parità di Genere: sono specificate nella Circolare 137 del 27 dicembre 2022. Per annullare i contributi, le imprese devono presentare domanda all’ente previdenziale entro il 15 febbraio 2023, riportando gli elementi previsti dal Decreto del Ministro del Lavoro del 20 ottobre, unitamente a un certificato di parità.
Esenzione dai contributi, che è stata introdotta dall’articolo 5 della legge 162/2021.
L’esenzione è limitata al 2022, fino a un massimo dell’1% dei compensi complessivi della società e con un tetto massimo di 50mila euro (applicato sempre a ogni singola società). Il requisito principale è la certificazione della parità di genere (di cui all’art. 46 bis del D.Lgs. 198/2006 – Codice delle Pari Opportunità tra Uomini e Donne).
Per ottenere tale documento è necessario rispettare i parametri minimi stabiliti dalla Prassi UNI/PdR, pubblicata il 16 marzo 2022, che contiene le “Linee Guida per il Sistema di Gestione della Parità di Genere, che prevede l’adozione di specifici KPI ( indicatori chiave di prestazione) inerenti alla politica di uguaglianza di genere nelle organizzazioni.” Il documento include le seguenti aree specifiche da valutare:
cultura e strategia
controllo,
processi del personale,
opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda,
equità retributiva di genere,
tutela della paternità e conciliazione della vita familiare e lavorativa.
Destinatari del credito d’imposta
Possono beneficiare del beneficio tutti i datori di lavoro privati, anche non imprenditori, che hanno ottenuto una certificazione di parità di genere. Specialmente:
- gli enti pubblici economici;
- gli Istituti autonomi case popolari trasformati in base alle diverse leggi regionali in enti pubblici economici;
- gli enti che per effetto dei processi di privatizzazione si sono trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico;
- gli ex istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB) trasformati in associazioni o fondazioni di diritto privato, in quanto privi dei requisiti per trasformarsi in ASP, e iscritti nel registro delle persone giuridiche;
- le aziende speciali costituite anche in consorzio, ai sensi degli articoli 31 e 114 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
- i consorzi di bonifica e i consorzi industriali;
- gli enti morali e gli enti ecclesiastici.
Sono escluse le pubbliche amministrazioni di cui al comma 2 dell’articolo 1 del D.Lgs. 165/2001.
Richiesta di esenzione INPS : La domanda di credito d’imposta va inserendo tutte le voci
Ecco cosa ti occorre per la domanda:
- dati identificativi dell’azienda;
- retribuzione media mensile stimata relativa al periodo di validità della certificazione di parità di genere;
- aliquota datoriale media stimata relativa al periodo di validità della certificazione di parità di genere;
- forza aziendale media stimata relativa al periodo di validità del certificato;
- dichiarazione sostitutiva di essere in possesso della certificazione di parità di genere, e di non essere incorsa in provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi adottati dall’Ispettorato nazionale del lavoro;
- periodo di validità della certificazione di parità di genere.
Come e quando candidarsi
Per presentare domanda è necessario presentare apposita domanda all’INPS utilizzando il modulo online “PAR_GEN” disponibile nella sezione denominata “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”. Per il 2022, le domande possono essere presentate dal 27 dicembre 2022 al 15 febbraio 2023, a condizione che il certificato pervenga entro il 31 dicembre 2022. Il beneficio, parametrizzato mensilmente, viene utilizzato dai datori di lavoro come riduzione dei propri contributi previdenziali. Tale misura è finanziata con 50 milioni di euro e il limite massimo annuo di esenzione utilizzabile è di 50mila euro (1%) ovvero 4.166,66 euro (50.000,00 euro/12) per ogni periodo di pagamento, che si applica esclusivamente al canone d’impresa, che può essere esente
Nel caso in cui le richieste superino le risorse, l’assegnazione sarà effettuata ai candidati idonei. Lo sconto è cumulabile con altre esenzioni o sconti, purché il divieto non sia espressamente previsto. L’INPS effettua i controlli di dovuta diligenza: i datori di lavoro che hanno abusato dell’esenzione devono restituire l’indennità e pagare le relative sanzioni. Trattandosi di una prestazione generale, non rientra nella categoria della pubblica assistenza e, pertanto, non è soggetta a relativi vincoli.