Non ci sarà più la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali di multe e tasse in riscossione dal 2000 al 2015 di importi inferiori ai 1.000 euro. Mentre gli interessi saranno comunque cancellati, la decisione se stralciare o meno l’imposta e le sanzioni spetterà agli enti locali.
E’ quanto prevede la bozza di un emendamento del governo alla manovra.
Lo stralcio, prevede inoltre l’emendamento, slitta di tre mesi: secondo il testo contenuto nella bozza, la scadenza non è più prevista per il prossimo 31 gennaio, ma passerà al 31 marzo 2023.
La tassa sugli extraprofitti verrà applicata solamente alle società il cui 75% dei ricavi è generato da attività nei settori della produzione e rivendita di energia, gas e prodotti petroliferi. E’ quanto prevede la bozza di un emendamento del governo alla manovra, che fa parte del pacchetto da consegnare bollinato alla commissione Bilancio.
Un sostegno in arrivo agli enti locali che sono strutturalmente in deficit. E’ quanto previsto nella bozza di un emendamento. La proposta prevede, in primo luogo, che agli enti locali strutturalmente deficitari, che non rispettano i livelli minimi di copertura dei costi di gestione di servizi essenziali, non si applichi la sanzione della decurtazione pari all’1 per cento delle entrate correnti risultanti dal rendiconto della gestione del penultimo esercizio finanziario precedente a quello in cui viene rilevato il mancato rispetto dei predetti limiti minimi di copertura.
Nella relazione tecnica si estende per il triennio 2023-2025 la misura dell’innalzamento da tre a cinque dodicesimi del limite massimo di ricorso da parte degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria.
La proposta, infine, differisce, rispettivamente, dal 15 febbraio 2022 al 31 gennaio 2023 il termine ultimo per la sottoscrizione dell’accordo per il ripiano del disavanzo, cui è subordinato l’erogazione del previsto contributo, e dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 la prima verifica dell’attuazione dell’accordo medesimo. La proposta non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’Irpef, fino alla concorrenza del suo ammontare, del 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva in relazione all’acquisto, effettuato entro il 31 dicembre 2023, di unità immobiliari a destinazione residenziale, di classe energetica A o B ai sensi della normativa vigente, cedute dalle imprese costruttrici delle stesse. La detrazione, si legge nella relazione che accompagna l’emendamento, è pari al 50% dell’imposta dovuta sul corrispettivo d’acquisto ed è ripartita in 10 quote costanti nell’anno in cui sono state sostenute le spese e nei nove periodi d’imposta successivi
Reddito cittadinanza
“È ufficiale: i sovranisti dell’evasione fiscale, più occupati a garantire ai furbi valigette e bustoni di plastica pieni di banconote, vogliono scientificamente togliere ogni sostegno a più di 600mila percettori del Reddito di cittadinanza. Nel corso dell’esame in commissione della legge di Bilancio, Governo e maggioranza hanno bocciato il nostro emendamento per sopprimere la sciagurata norma che intende cancellare il Rdc a partire dai cosiddetti ‘occupabili’: più di 600mila persone con bassi livelli di studio e un’età spesso avanzata, quindi in condizione di fragilità oggettiva”, hanno comunicato in una nota i deputati del M5S Alessandra Todde, Gianmauro Dell’Olio, Emma Pavanelli e Valentina D’Orso.
Meloni e Giorgetti
“Su 20 paesi esaminati dalla Commissione Ue 10 paesi sono stati giudicati parzialmente in linea, promossi con riserva dunque, e 10 paesi tra cui l’Italia giudicati in linea quindi promossi. Questi sono i fatti poi c’è chi tifa contro. Poi si sono espresse riserve rispetto agli interventi sul pos, sul contante e una formula abbastanza complicata sulle pensioni, ma questi sono dettagli”, ha affermato Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. “Abbiamo fatto scelte molto chiare e nette, con lo scopo di ridurre e limitare il più possibile l’aumento dei costi dell’energia sulle famiglie e sulle imprese, che non dipende da noi ma siamo qui a combattere”, ha affermato ancora.
“Sono molto soddisfatta della manovra, soprattutto alle condizioni date. E’ una manovra fatta dopo 30 giorni dalla nascita del governo, praticamente in 10 giorni, probabilmente qualcun altro avrebbe preso il lavoro della Ragioneria dello Stato rinviando le scelte politiche al prossimo anno. Invece noi abbiamo presentato una manovra politica, dove c’è gran parte degli impegni presi. Su molti dei nostri impegni avremmo voluto fare di più“, ha sottolineato il premier Giorgia Meloni, parlando alla festa per il decennale di FdI.
“Ho trovato bizzarre le posizioni di alcuni sindacati. La Cgil dice che è una manovra contro i poveri, poi difende il Pos e dice che è discutibile la scelta di indicizzare di più le pensioni minime piuttosto che quelle alte, è una cosa che da un sindacato di sinistra non mi aspetterei“, ha aggiunto sottolineando: “Incontrerò ancora i sindacati, ma il governo deve fare delle scelte”.