Tra emendamenti e dibattiti, la Manovra finanziaria si arricchisce di misure più contestate di altre. Nelle ultime ore, in particolare, il Governo Meloni è finito al centro delle polemiche per la decisione, non ancora ufficializzata, di cancellare il cosiddetto 18app, il Bonus cultura destinato ai 18enni spendibile per teatri, cinema, spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, musei, concerti e mostre (qui avevamo spiegato come ottenere gli sconti, come usarli e dove). L’abrogazione è stata proposta da un emendamento a firma della coalizione di governo (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia).
Sulla cancellazione del contributo statale “la decisione spetta al Parlamento”, ha sottolineato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Intanto la premier ha ribadito la volontà di procedere spediti ai capigruppo dei partiti di maggioranza, aprendo alla possibilità di una cabina di regia per sciogliere gli ultimi nodi sul testo.
Via 18app, nasce la Carta cultura
Al posto del Bonus giovani non resterà comunque un vuoto: arriverà la “Carta cultura”, una misura “volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene
largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo”. Per questo, “riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura”, hanno affermato il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, il capogruppo della Lega in VII Commissione, Rossano Sasso, e il capogruppo di Forza Italia in VII Commissione, Rita Dalla Chiesa. Il ministro Sangiuliano e i sottosegretari stann