Continua a diminuire l’evasione fiscale in Italia, ma cresce quella legata al pagamento dell’Irpef. Sono alcune delle evidenze emerse dalla Relazione sull’evasione fiscale e contributiva allegata alla Nadef e pubblicata il 5 novembre dal ministero dell’Economia. Il tax gap, cioè la distanza fra il gettito potenziale e quello reale, è salita nel 2020 al massimo storico del 68,7% fra i lavoratori autonomi e le imprese, e ha sottratto alle casse dello Stato 27,65 miliardi di euro. Risultati scoraggianti anche se si guardano i soli lavoratori dipendenti: sul lavoro nero (ma i dati sono fermi al 2019) l’imposta sfuggita al fisco sale, anche se di poco, a 4,6 miliardi dai 4,4 dell’anno precedente. (Per approfondire vedi la strategia messa a punto dal Governi Draghi per recuperare l’evasione)
Il ruolo della flat tax
Per spiegare il pattern per quel che riguarda il lavoro autonomo, la relazione ha individuato la categoria dei “falsi minimi”, cioè quella formata da “contribuenti che hanno potuto beneficiare dell’agevolazione solo grazie alla sotto-dichiarazione del fatturato“. Si tratta di partite IVA che hanno sce