La parità di genere nei consigli di amministrazione delle grandi aziende europee sarà obbligatoria nel 2026, secondo quanto previsto dalla nuova Direttiva Ue “Donne nei consigli di amministrazione”, adottata dal Parlamento Europeo e definitivamente approvata.
Entro il 30 giugno 2026, le aziende dovranno raggiungere il 40% di presenze di genere sottorappresentato non esecutivo o il 33% per tutti i membri del Consiglio.
Gli Stati membri dell’Unione Europea avranno due anni per conformarsi alla normativa, che si applica alle aziende che impiegano almeno 250 persone.
La direttiva mira a garantire l’uniformità dell’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle grandi società quotate nell’UE, la trasparenza nelle nomine alle posizioni apicali e la valutazione oggettiva dei candidati in base al merito individuale, indipendentemente dal genere.
Come hanno osservato la presidente Ursula von der Leyen, la vicepresidente Vera Yurova e il commissario John Dalli: “Questo è un momento tanto atteso, un momento da celebrare come una svolta nell’uguaglianza di genere.” A dieci anni dalla sua proposta della Commissione Europea, avremo una normativa comunitaria per “infrangere il soffitto di vetro” dei consigli di amministrazione delle società quotate. Ci sono molte donne qualificate per i migliori lavori, e con la nuova legge europea avranno una reale possibilità di ottenerli.
A favore della parità di genere si stanno facendo passi importanti come il Rapporto biennale
Rapporto biennale sulla parità di genere aziendale, Impegno di spedizione scaduto per le aziende con 50 dipendenti: sanzioni per mancato trasferimento.
Il 14 ottobre scade il termine per presentare il rapporto biennale sulla parità di genere per le PMI con più di 50 dipendenti. Tale obbligo, relativo alla situazione interna del personale maschile e femminile, è entrato in vigore per la prima volta quest’anno.
Sanzioni per mancata consegna
In caso di mancato invio della denuncia, entro 60 giorni viene emesso un invito (proveniente dall’Ufficio Regionale del Lavoro), a pena di sanzione amministrativa da 103 a 516 euro. Dopo 12 mesi, ci sarà anche una sospensione di un anno di eventuali benefici assicurativi di cui l’azienda ha già goduto.
Impegno per le pari opportunità
Il riferimento normativo è l’articolo 46 del D.Lgs. 198/2006, modificato dalla Legge 162/2021, che ha ridotto da 100 a 50 la soglia minima per il numero dei dipendenti, oltre la quale la redazione di una relazione periodica sulla situazione degli uomini e delle donne è obbligatorio, “per quanto riguarda lo stato di assunzione, formazione, promozione professionale, livelli, cambi di categoria o qualifica, altri fenomeni di mobilità, intervento dell’integrazione salariale, licenziamenti, prepensionamenti e pensionamenti, retribuzione effettivamente corrisposta.