Il compromesso per sopravvivere a una delle obbligazioni edilizie più discusse degli ultimi anni potrebbe essere l’abbassamento della percentuale di detrazioni. Per attrarre la finanza pubblica e l’efficienza energetica, il ministero dell’Economia sta pensando di ridurre il Superbonus al 100%, ma allargando la platea dei destinatari. Lo riferiscono varie fonti di stampa, tra cui il Sole24Ore, confermando quanto già annunciato dai “Fratelli d’Italia” subito dopo la vittoria alle elezioni. Inizialmente infatti si intendeva ridurre il premio di costruzione al 60-70%, ma con le giuste considerazioni si poteva ipotizzare una detrazione del 100%.
Le ipotesi lasciano spazio all’approvazione della prossima Legge di Bilancio per il 2023
Bisognerà tenere conto dell’investimento complessivo che questo stimolo ha comportato sin dal suo avvio: in circa 29 mesi l’investimento dedotto ha superato i 51.200 milioni di euro. Ma il bilancio dello Stato previsto per il quinquennio 2023-2028 prevede circa 30 miliardi.
Tuttavia, secondo ripetute fonti accreditate, tra cui il CNI, con il “Superbonus” lo Stato percepisce non solo una perdita, ma anche una plusvalenza sotto forma di gettito fiscale connesso all’intero processo edilizio.
Riapre il Superbonus 100% per le case unifamiliari
L’idea di abbassare la percentuale del Super Bonus va di pari passo con un’altra ipotesi già citata in campagna, ovvero la scoperta di un incentivo di riqualificazione energetica per le famiglie unifamiliari. Come confermano i dati dell’ultimo rapporto Enea, nel solo mese di settembre sono state presentate oltre 63.000 dichiarazioni di investimento per un importo di 8,19 miliardi di euro. Questi numeri sono esclusivamente relativi alla scadenza del 30 settembre inflitta al Superbonus, pena la decadenza dal diritto ad accedere alla detrazione. L’immobile è la prima abitazione e il tetto di reddito probabile per chi sostiene i lavori.
Bonifici, un vero problema da risolvere
Purtroppo, però, i bonus di costruzione hanno un problema comune che non sembra trovare una soluzione. L’assegnazione dei crediti continua ad essere una questione estremamente complessa che deve essere affrontata. Nonostante l’ultima Circolare n. 33/E dell’Agenzia delle Entrate, resta da chiarire la responsabilità solidale che obbliga cedenti e destinatari per eventuali frodi commesse a monte. Le ultime sentenze della Corte di Cassazione hanno confermato la legittimità del sequestro di falsi prestiti anche a favore di eredi che nulla hanno a che vedere con la truffa.