Le aziende guidate da donne sembrerebbero ad essere come un fuoco della candela: vivace ma che si spegne in fretta. A dirlo sono gli esperti che hanno redatto il Quinto Rapporto sull’imprenditoria femminile, ad opera di Unioncamere in collaborazione con il Centro studi Tagliacarne e Si.Camera.
I dati dell’imprenditoria femminile in Italia
Nel Belpaese sono 345mila le imprese guidate da donne, che rappresentano il 22% del totale.
Tra l’altro, le donne imprenditrici sembrano essere ben consapevoli dei vantaggi di investire nelle tecnologie verdi e digitali, dimostrando un crescente potenziale di innovazione. Hanno uno sguardo verso il futuro eppure non hanno aziende longeve e sono state bloccate dalla crisi assumendo un atteggiamento troppo conservatore e poco rivolto allo sviluppo economico.
Cosa è accaduto durante la pandemia?
Nell’era post-Covid, il 14% in più di aziende guidate da donne ha iniziato a investire nelle tecnologie digitali e il 12% in più nella transizione verso una green economy, guidate dalle raccomandazioni europee contenute nel PNRR nazionale. Tuttavia, la metà delle imprese femminili non ha continuato a investire oppure spaventate dalla crisi e dai suoi volumi esclude la volontà di avviarne una in un prossimo futuro, anche per la minore sopravvivenza riscontrata nell’analisi del rapporto: 79 imprese sono infatti ancora aperte tre anni dopo la sua apertura. sono nato. , 3% degli eventi guidati da donne rispetto all’83,9% degli eventi guidati da uomini. Dopo cinque anni, la quota di imprese femminili ancora attive è del 68,1% contro il 74,3% del resto.
Rispetto al 2021, il numero delle imprese interamente femminili o guidate da donne nel 2022 è aumentato di 1.727 unità (+0,1%), soprattutto nell’industria (+0,3%) e nei servizi (+0,4%), nonché nel Mezzogiorno rispetto al resto del Italia (+0,6%), nonché tra le imprese estere (+2,6%).