Mini guida pratica per il lavoratore che desidera dimettersi in tronco. Occhio alle possibili sanzioni ove previste
Il lavoratore dipendente, come previsto dalla legge, ha il diritto di dimettersi senza giustificazione. Le regole standard per licenziarsi sono due: utilizzare l’apposita procedura telematica disponibile sul portale ClicLavoro del ministero del Lavoro e dare al datore di lavoro il preavviso indicato nel contratto collettivo di riferimento.
Ogni figura ha un preavviso che varia a seconda della qualifica e del tempo trascorso in azienda. Se si ricopre un ruolo importante, sarà più lungo il preavviso.
Il lavoratore che si dimette in tronco dovrà pagare al datore di lavoro un indennizzo per il danno causato. Di quale importo? La somma è pari a quanto avrebbe percepito di stipendio negli stessi giorni in cui vive il “mancato preavviso”.
Esempio pratico: Mario è un dipendente che dovrebbe dare un preavviso di 30 giorni ma decide di licenziarsi immediatamente in tronco. Nel contratto collettivo per la categoria di Mario è esplicitato un preavviso di 30 giorni per lasciare il lavoro. Mario nel calcolo di fine rapporto si troverà ad avere uno stipendio in meno che il datore di lavoro tratterà. Ci sono però alcuni casi che fanno eccezione e per cui tale sanzione non si applica e il lavoratore ha il diritto di dimettersi senza nessun preavviso.
Ciò accade, ad esempio, per le dimissioni date durante il periodo di prova, oppure se il dipende decida di licenziarsi per giusta causa.
Cosa accadrebbe invece se fosse il datore di lavoro a voler dare le dimissioni senza preavviso? Ebbene sì, l’obbligo di preavviso vale anche per il datore di lavoro in caso di licenziamento. In tal caso sarebbe il dipendente ad ottenere il mancato preavviso:avrebbe infatti comunque il diritto ad ottenere la retribuzione per il periodo non lavorato a causa della decisione del datore di lavoro che aveva preso con lui l’impegnò attraverso il contratto firmato da ambe le parti.